Postare le foto di bambini, magari dei propri figli, su Facebook e più in generale online può essere pericoloso. Ed è assolutamente sconsigliabile, almeno a detta di Valentina Sellaroli, Pm che lavora nel Tribunale per i minorenni di Torino.
Perché postare foto di bambini su Facebook può essere pericoloso? Non bisogna mai dimenticare, in primo luogo, quanto sia diffuso Facebook. Online navigano ormai miliardi di persone, pubblicare su Facebook o più in generale su internet immagini di bambini, magari dei propri figli, rappresenta un’azione in grado di raggiungere un numero di persone, conosciute e non, indiscutibilmente maggiore rispetto al disporre le immagini dei propri figli sulla scrivania, a lavoro, sottolinea a Repubblica.it il PM Sellaroli.
Postare foto di bambini su Facebook può essere pericoloso perché equivale a metterli sotto gli occhi di un numero incredibilmente più grande di persone che potrebbero anche non avere intenzioni sane e magari interessarsi a loro in modo poco ortodosso. Non capita spesso, questo è da sottolineare, ma comunque esiste, il rischio che persone dalle intenzioni deprecabili (pedofili ma non solo) possano avvicinarsi ai nostri bambini dopo averli magari osservati più volte in foto su Facebook o sul web, sottolinea il PM Sellaroli.
Postare foto di bambini su Facebook è pericoloso anche e soprattutto per un altro motivo, legato a una condotta criminosa decisamente più frequente di quanto si possa pensare. Quella di utenti che “rubano” foto di bambini online e in seguito, grazie a fotomontaggi di vario tipo, ne ricavano materiale pedopornografico da introdurre nel mondo sommerso e sotterraneo del deep web.
Su questo, chiamata in causa da Repubblica, il PM Valentina Sellaroli ha avuto modo di dichiarare: “Una condotta del genere non è affatto così rara nella vita quotidiana, specie se facciamo riferimento non a singoli amanti del genere ma a circoli e giri di pedopornografici che generano immagini di questo tipo per guadagnarci denaro. Si tenga a mente in questo senso il valore aggiunto che hanno immagini rappresentate più e più volte a partire dagli stessi bambini reali (e dunque senza troppi rischi materiali) ma arrivando ad ottenere un numero assai significativo di immagini pedopornografiche che sembrano ‘nuove’ e che dunque sono più appetibili su internet”.