“Tre giorni di buio” è l’esordio letterario di Franco Trentalance. Scritto a quattro mani con il giornalista Gianluca Versace rappresenta un interessante lavoro che ha già fatto parlare di sé tra i critici ed ha già vinto qualche premio importante. Dal mondo del porno alle librerie, la metamorfosi di Trentalance è ormai completa e la farfalla che ne è venuta fuori ha dei colori inattesi ed interessanti. Scopriamoli insieme chiacchierando col diretto interessato.
Da dove nasce la voglia di scrivere?
Da una predisposizione a comunicare che è stata la base di tutti i miei lavori, prima della mia carriera attuale ho fatto l’animatore dei villaggi turistici, il barman nelle discoteche e l’istruttore di tiro con l’arco. Ho sempre avuto la passione per la comunicazione ed ho sempre amato confrontarmi con le persone e credo che la scrittura, con il passare degli anni, è diventata quel qualcosa in più che mi permette di utilizzare il linguaggio delle parole.
La scelta di farlo a quattro mani è perché ancora non ti senti sicuro da solo?
No, l’idea di scrivere questo tipo di romanzo è venuta ad entrambi e poiché le idee di Versace e le mie erano buone, abbiamo pensato di fonderle insieme e di alleggerire un po’ il lavoro. Ti assicuro che per chi non è nato scrittore, scrivere non è semplice e oltretutto è un lavoro lungo.
Ti dichiari un tipo positivo ma ti affascinano le persone oscure. È il bianco e nero che abbiamo tutti noi?
Tutti abbiamo una zona d’ombra, con la cattiveria, il rancore e l’odio però è anche un obiettivo avere tutto il resto. A prescindere dai giudizi morali e religiosi, non conviene essere malvagi perché poi la paghi.
Quanto è importante un premio dall’Accademia Res Aulica per uno che veniva un po’ snobbato dall’Inteligentia?
In questi settori lo snobbismo c’è, soprattutto per i personaggi pop e penso che giudicare senza conoscere è sempre limitante. In ogni caso mi fa piacere aver ricevuto questo premio e spero di riceverne altri.
Potrebbe essere che il porno sia diventato solo un nuovo canale per lanciarsi in altre carriere un po’ come i talent nella musica?
In questo momento no. Si fa fatica a diventare professionisti nel mio settore perché, rispetto al passato, non ci sono prodotti da girare e se non riesci a diventare professionista in una carriera, difficilmente questa sarà il trampolino per un’altra.
Un tempo i grandi scrittori erano avvolti nel mistero. Nel tuo caso ti hanno visto addirittura nudo. I tempi cambiano?
Si, i tempi sono cambiati perché adesso è tutto più mediatico e visibile. A prescindere da questo, oggi rimanere misterioso vorrebbe dire avere paura di non essere credibili, io non ho paura e quindi non mi nascondo.
Hai già in cantiere una nuova opera?
Intanto vediamo quanto andrà bene questa che è comunque predisposta per un possibile sequel.
Ti regalo inchiostro avvelenato. A chi scrivi una lettera?
A nessuno. Se c’è qualche “pirla” la paga da sé.