Accordi mancati, alleanze non rinnovate e partnership lasciate cadere: sono questi i motivi, almeno i più evidenti, che hanno portato alla revoca del telepass per i mezzi di soccorso e, nello specifico, per le ambulanze. Già nel corso del 2014 alcuni veicoli erano stati pesantemente penalizzati dagli accordi non rinnovati tra associazioni di volontariato e i gestori della rete autostradale, dal 1 gennaio 2015 il malcostume coinvolge anche le ambulanze che, con il pedaggio elettronico disattivato, non solo debbono pagare il casello ma anche mettersi in coda.
La situazione diviene paradossale se si cerca di analizzare le eccezioni. Ad esempio, in caso urgenza immediata il transito resta gratuito e questo è il caso del trasporto di un paziente che necessita di un trasferimento tempestivo. Ma se l’ambulanza è vuota non significa che il transito non sia urgente, come dimostrarlo?
La posizione delle Associazioni
La protesta delle Associazioni di volontariato non si è fatta attendere, ed è arrivata direttamente fino al Ministero: “Siamo di fronte ad una situazione paradossale: le ambulanze che trasportano pazienti in fin di vita a volte sono costrette ad aspettare fino a due minuti che qualcuno della Società Autostrade alzi la sbarra per superare il casello. I mezzi per il trasporto socio-sanitario invece restano anche quindici minuti in fila per pagare il pedaggio. Se le cose non cambieranno velocemente faremo una maxi manifestazione nazionale per denunciare quanto sta accadendo”.