Confessiamo, in apertura d’intervista, che il titolo con la rima baciata ce l’ha suggerito la stessa comica romana che, come sempre, mischia perfettamente registri alti e bassi col retrogusto forte dell’intelligenza (ingrediente sempre più raro nel nostro paese). “Disorient Express” è un’ora o poco più di risate leggere che però affondano le radici su una base il cui peso specifico, invece, è di quelli importanti. Vediamo insieme a Cinzia Leone cosa c’è dietro.

Qual è l’idea del tuo nuovo spettacolo?
Mi sono accorta che viviamo in una democrazia straordinariamente interessante che ci ha, però, del tutto spiazzato. Milioni di persone esprimono costantemente la loro opinione su tutto, ed hanno il sacrosanto diritto di farlo, ma l’effetto è quello di un vento fortissimo in cui spettinare i propri pensieri è molto facile.

Paura della rete?
Anche quelli più sciolti che fanno gli sciolti col web sotto sotto temono la forza propulsiva di questa nuova realtà sociale. Ripeto, è molto importante che la libertà di parola sia così facilmente esercitabile ma è anche vero che il livello di aggressività in rete è elevatissimo e non va sottovalutato.

Parli di un’esperienza personale?
Parlo, e nel mio spettacolo ancora di più, di una situazione generale ma non vi nascondo che ho dovuto chiudere il mio blog perché litigavo troppo spesso. Una volta uno si è arrabbiato con me perché raccontavo di Rimbaud e Verlaine, a sua detta personaggi troppo cupi. Io penso, invece, che queste siano state menti che hanno aperto molte strade grazie alle quali oggi si può essere più spensierati. Per esempio, direi che sul tema dell’omosessualità hanno smosso molto le acque.

Il disagio che emerge in “Disorient Express” come lo si affronta?
Un po’ col sorriso, ed è la ragione per cui salgo sul palco del Teatro Ghione, e un po’ con l’ironia che è un lusso collegato alla cultura che non c’è modo di improvvisare. O ce l’hai o ti attacchi.

Qual è la cosa più strana del web secondo te?
Il concetto di condivisione, molto abusato, è del tutto falso. Non puoi condividere una cosa che non hai e non puoi imporre qualcosa che agli altri non interessa. Ho provato a condividere il mutuo su Facebook ma alla fine la rata l’ho dovuta pagare io.

E’ stato difficile scrivere su un tema così delicato?
Io e il mio autore non abbiamo mai smesso di farlo proprio perché stiamo inseguendo la realtà. Ogni giorno ne succede una che non si può non mettere dentro e a me tocca rifare ogni volta le cose da capo.

Cosa è cambiato da “Avanzi” ad oggi?
Si sono persi per strada i contenuti. Noi, in modo del tutto inconsapevole, non abbiamo mai fatto il verso alla politica perché avrebbe giovato alla politica stessa. Ridevamo sui suoi contenuti contribuendo a creare consapevolezza. Ecco… la chiave di “Disorient Express” sta qua: vivere questa democratizzazione, che è la contraddizione della democrazia stessa, è difficile ma non dobbiamo farlo come fosse una sentenza ma solo come un limite che dobbiamo tentare di superare.