La rivoluzione green questa volta arriva direttamente da Harvard, dove un gruppo di ricercatori ha ideato e successivamente sviluppato la “bionic leaf”, letteralmente foglia bionica, in grado di convertire la luce del sole in un vero e proprio biocarburante. Bionic Leaf è una foglia prodotta artificialmente progettata per riprodurre, simulandola, la fotosintesi clorofilliana, comportandosi alla stregua di una cellula fotovoltaica che sfrutta la luce del sole per spezzare in due l’acqua: più semplicemente per scindere idrogeno e ossigeno.
Un articolo apparso sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences illustra come, una volta divisi, l‘idrogeno e l’ossigeno possono essere utilizzati per alimentare una cella a combustibile e produrre, in maniera non inquinante, energia elettrica. Per ovviare agli alti cosi che devono essere affrontati per avviare questo processo, è stato introdotto uno speciale batterio modificato geneticamente, ossia il Ralstonia eutropha, che ha il compito di trasformare l’idrogeno in un carburante green. Il batterio cattura materialmente l’idrogeno e lo abbina con l’anidride carbonica: la reazione che ne deriva porta alla formazione di un liquido multifunzionale, chiamato isopropanolo (2-propanolo), un combustibile a base di alcool, utilizzato sovente come detergente.
Questa scoperta si porta dietro anche un bel pezzo di Italia, in quanto la firma del progetto è del ricercatore Daniel Nocera, che era già riuscito a riprodurre artificialmente il processo di fotosintesi nel 2011. Precedentemente tra le fila del MIT, ora passato ad Harvard, le ricerche del professor Nocera sono state arricchite con l’introduzione del batterio geneticamente modificato che permette d’immagazzinare l’idrogeno in maniera più semplice e, soprattutto, meno costosa. La foglia bionica potrebbe essere utilizzata anche nei Paesi in via di sviluppo, dove produrre energia elettrica è complesso. Per realizzare il processo sono sufficienti acqua, sole e anidride carbonica.