Eur Spa: vendere immobili e musei per portare a compimento la Nuvola di Fuksas e ripianare i debiti. La proposta partorita dal CDA di Eur Spa (ente partecipato al 90% dal Ministero dell’Economia e al 10% dal Comune di Roma) fa discutere il mondo della politica e non solo. A dire la sua, questa mattina, su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano, nel format ECG Regione, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, è intervenuto l’architetto Massimiliano Fuksas, progettista del Nuovo Centro Congressi, ancora in attesa di essere terminato.

Fuksas e la nuvola. Nessuna spesa pazza secondo l’architetto. “Ho fatto un concorso nel 1998 –ha spiegato Fuksas- e l’ho vinto, per progettare una cosa che serviva a Roma, un palazzo dei congressi . Io sono nato a Roma, vivevo a Parigi e non avevo mai costruito nulla per la città in cui sono nato, quindi mi sono detto perché no, mi sembrava il momento di fare un’opera per la mia città”. L’architetto Massimiliano Fuksas ha poi spiegato quali siano, secondo lui, le cause che hanno creato l’attuale situazione di stallo: “Già nel 2000 quando ho vinto non c’era nessuna legge finanziaria predisposta per finanziare l’opera. Non è stato mai previsto un finanziamento per il palazzo dei congressi di Roma, come invece accaduto, ad esempio, per l’Auditorium. Si è andato avanti a tozzi e bocconi con soldi che venivano un po’ da Roma Capitale e un po’ da qualche debito che faceva l’Eur, una società che alla fine vale non più di 800 milioni. I costi che sono aumentati nel corso degli anni? Non è vero. Questa è una balla che fa bene alle comari che a Roma e in Italia non mancano. La cifra è rimasta quella di partenza, 280 milioni, e non si è mai arrivati neanche a questa cifra. Io avevo un budget e l’ho rispettato, senza spendere una lira più di quanto avrei dovuto”.

 Fuksas e la nuvola: assurdo vendere i musei per portarla a termine, ammette l’architetto. Massimiliano Fuksas, poi, ha detto la sua sull’ipotesi portata avanti da Eur Spa, e cioè vendere immobili e musei per portare a compimento la nuvola: “Questa è una follia, una cosa che non ha senso. Lo stato non può ricomprare cose che sono già sue. La prima cosa da fare è eliminare l’anomalia Eur Spa, con un quartiere che è al 90% proprietà dello Stato. Nel centro congressi bisogna solo finire gli interni. Il governo deve nominare un commissario per gestire la fine di questa anomalia e poi dare un finanziamento per finire quest’opera. Il centro congressi darà lavoro a molta gente gente, è quanto manca ancora a una metropoli come Roma per avere strutture ricettive d’avanguardia. Ovviamente poi ci dovranno essere dei manager all’altezza, il centro congressi bisognerà saperlo gestire, e questo è un problema tipicamente italiano. Il centro congressi è un edificio produttivo, non un monumento.”

Fuksas, la nuvola e le polemiche sulla parcella. Non nasconde il proprio malcontento, Fuksas, quando torna a parlare delle polemiche che hanno riguardato la sua parcella: “In Italia quando i giornalisti non sanno più che dire parlano della parcella dell’architetto. Le parcelle degli architetti nel mondo si aggirano sempre sulla stessa cifra, circa il 10% del valore dell’opera. Noi abbiamo tre studi, uno a Parigi, uno in Cina e uno a Roma, purtroppo. Dico purtroppo perché solo a Roma si sono preoccupati della mia parcella, mai si sono chiesti in Francia quanto prendessi di parcella. Deluso dall’Italia? No, le comari nei paesini ci sono sempre state”.

Fuksas, la nuvola e le polemiche con Borghini. E’ un fiume in piena, Fuksas, su questo tema: “Faccio l’architetto da cinquant’anni e mi sembra di non averlo fatto tanto male. Aggiungo: io credo che con il centro congressi ci abbiamo rimesso. Ma non mi lamento, sono stato io a volerlo fare, nessuno è profeta in patria, l’Italia sembra un paese di profondo Sud America, tra problemi, comari e pettegolezzi in cui non manca l’invidia”. Al veleno, infine, il commento dell’architetto sul presidente di Eur Spa, Pierluigi Borghini: “Borghini è uno che doveva continuare a fare il lampadinaro, lui sapeva fare quello, le lampadine, poi si è improvvisato politico, poi è diventato manager. Per me Borghini è un  nulla, un personaggio che non ha spessore, che non merita neanche risposta. Sono i trombati della politica che ci ritroviamo poi purtroppo a gestire cose importanti che non hanno mai fatto”.

Fuksas e le considerazioni su Roma. Ultima battuta su Marino: “Fare il sindaco a Roma è una cosa che non si augura nemmeno al peggior nemico. Marino è stato impavido quando ha deciso di candidarsi. Roma è una città non solo difficile, ma che viene da un’incuria di trent’anni. Ci sono pochi soldi, tante difficoltà, una città senza sviluppo, irraggiungibile, con un aeroporto che è una specie di baraccone, quindi fare il sindaco a Roma è un’impresa quasi impossibile”.