Il biglietto della metro? Si paga in bottiglie di plastica. Accade a Pechino, in Cina, dove il biglietto per usufruire dei trasporti pubblici può essere bagato non soltanto in contanti, ma anche con bottigliette di plastica.
Per incentivare il riciclo, quindi, in metro si paga in bottigle di plastica. I cittadini, in questo modo, vengono incentivati al riciclo con motivazioni di tipo economico. Invece di tirare fuori il denaro che sarebbe necessario a fare il biglietto, basta inserire in un contenitore apposto un tot di bottigliette di plastica per avere un titolo di viaggio valido.
Riciclo. In metro si paga in bottiglie di plastica. La pratica adottata a Pechino si chiama reverse vending e consente al cittadino-consumatore virtuoso di trarre un ricavo immediato ed economico dal proprio comportamento.
Riciclo. In metro si paga in bottiglie di plastica. Il cittadino, prima di prendere i mezzi, depone la plastica da riciclare in quelli che vengono consideratI “cassonetti intelligenti” che ricaricano la sua tessera magnetica da utilizzare all’interno dei mezzi pubblici. Facendo un esempio pratico, una bottiglietta di plastica riciclata dà diritto ad una ricarica di 7 centesimi di yuan a chi la inserisce nel cassonetto. Con una decina di bottigliette, quindi, si ottiene la cifra necessaria per un biglietto.
Riciclo. In metro si paga con bottiglie di plastica. L’azienda che ha dato vita a questo progetto, l’Incom, ad oggi lavora la bellezza di 50 mila tonnellate di plastica l’anno. Si calcola che al momento in Cina ci siano tra i 500 mila e i 2 milioni di raccoglitori di bottiglie che vanno di porta in porta facendosi affidare la plastica usata. Un’industria del riciclo che, non solo per la plastica, vale miliardi di dollari e tanti posti di lavoro.
Perché non importare anche in Italia un modello del genere? Potrebbe abbinare l’utile (il riciclo) al dilettevole (risparmi economici per i cittadini virtuosi, che non solo prendono i mezzi per andare a lavorare o girare la città, ma riciclano anche bottiglie di plastica”.