Michele Ferrero, il papà della Nutella, è morto sabato, nella sua casa di Montecarlo. Aveva 89 anni,  l’estremo saluto gli sarà dato mercoledì, alle undici di mattina,  nella cattedrale San Lorenzo di Alba.  

E’ morto, Michele Ferrero, il papà della Nutella, anche se c’è subito da precisare una cosa. La carne muore. L’opera no. Perché uno che si è inventato, tra le altre cose, la Nutella, quell’immortalità di cui troppo spesso si parla a sproposito, se l’è guadagnata sul campo.

Michele Ferrero, il papà della Nutella, l’imprenditore più ricco d’Italia che continuava a parlare in dialetto che ha portato una pasticceria di Alba a diventare una multinazionale del settore dolciario con più di 8 miliardi di fatturato, è morto sabato all’età di 89 anni.  Papà Nutella, ma non solo. Sue altre invenzioni che hanno deliziato i palati dei più golosi:  dai Mon Chéri agli Ovetti Kinder, dai Ferrero Rochet ai Pocket Coffee, sono tante le creazioni del gruppo Ferrero che a lui devono dire grazie.

Papà Nutella, legatissimo alla sua terra natia, ha reso gli stabilimenti Ferrero un modello sociale. Alla guida del gruppo Ferrero, da ora in poi,  ci sarà  il figlio cinquantunenne Giovanni.   Michele Ferrero, il papà della Nutella, era tanto geniale e gentile quanto schivo.  Decine di migliaia di dipedenti, pochissime apparizioni pubbliche: riservatezza, fede religiosa,  amore per la qualità, erano il segreto di un imprenditore che ha costruito un impero noto in tutto il mondo, in continua crescita e in perenne espansione.

E’ morto, Michele Ferrero, ma una cosa va ribadita con forza. Papà Nutella è immortale. E tale resterà per sempre. Perché se questo aggettivo, immortale, tante volte viene usato, anche a sproposito, per commentare la dipartita di personaggi pubblici più o meno conosciuti,  stavolta va gridato con fermezza. Papà Nutella vive. E vivrà fino a quando una mamma regalerà l’ovetto kinder ad un bambino ansioso di scartarlo. Fino a quando qualcuno aprirà la propria credenza per “rubare” di nascosto la Nutella. Fino a quando una giornata amara verrà resa, per qualcuno, un po’ più dolce da uno dei suoi prodotti.