Arti meccanici che sembrano provenire dai migliori film di James Cameron; protesi capaci di restituire non solo il movimento ma anche la sensazione tattile, quella percettiva. Dunque “sentire” di nuovo caldo, freddo o pressione. Quel che sembra l’incipit di un film di fantascienza è in realtà il risultato della ricerca bio-ingegneristica.

La ricerca

Un gruppo di ricercatori americani e coreani hanno raccontato, in uno studio pubblicato su Nature Communications, di come siano riusciti a produrre della pelle sintetica con caratteristiche molto simili a quella naturale. Dunque un’epidermide elastica ma soprattutto capace di inviare un segnale tattile. Questa “simil-pelle” contiene infatti dei sensori che possono, ovviamente in via sperimentale, inviare un segnale termico o pressorio al sistema nervoso così come avviene normalmente per un arto del corpo umano.

Sarah Connor?

Arti meccanici dunque dietro l’angolo? In realtà no, l’orizzonte è ancora lontano e le ricerche devono compiere ancora passi importanti prima di giungere ad un “uomo-macchina”. La cosa però degna di nota è il tipo di polimero ottenuto, estremamente flessibile, con al suo interno nanoscopici cristalli di silicio (o nanoribbon) che permettono di integrarvi fino a 400 sensori di tipo differente per millimetro quadro. La grande sfida è ora rappresentata dalla realizzazione dell’interfaccia in grado di collegare il materiale sintetico con il complesso sistema nervoso centrale umano, un intestricabile quanto meraviglioso reticolo vettore di sensazioni.