Ricerca e sensibilizzazione. Sensibilizzazione e ricerca. Il nobile viaggio dell’Università Niccolò Cusano prosegue e nella settimana che iniziata ieri verrà dedicato alla Sindrome di Down.

 

Che cos’è la sindrome di Down. Nelle cellule degli esseri umani ci sono 46 cromosomi, divisi in 23 coppie e numerati da 1 fino a 23. 23 cromosomi arrivano dal padre biologico, 23 cromosomi dalla madre biologica. I 23 cromosomi del padre si congiungono ai 23 cromosomi della madre: ecco il processo che porta alla formazione di una nuova cellula con 46 cromosomi. Nella coppia di cromosomi numero 21 di chi ha la sindrome di Down, ci sono 3 cromosomi invece di 2. Per questa ragione la sindrome di Down si chiama anche Trisomia 21. Semplificando, le persone con sindrome di Down hanno un cromosoma in più nelle loro cellule. Ecco il motivo per cui è giusto ricordare che la sindrome di Down è una “condizione genetica” e non, contrariamente a quanto molti pensano, una malattia. In quanto condizione genetica, non può essere curata: è una caratteristica della persona che la accompagnerà per sempre. Dal momento del concepimento all’ultimo giorno di vita. In Italia, in media, su 1.200 nascituri, 1 ha la sindrome di Down.

Quante sono le persone con la sindrome di Down. Stando agli studi più aggiornati, nel nostro Paese ci sono circa 39.000 persone con la sindrome di Down e la maggior parte supera i 25 anni. Un cromosoma in più. Niente altro in meno. Non è un slogan, è quello che tanti dovrebbero capire, visto che le persone con sindrome di Down, anche se negli ultimi anni sono stati fatti importanti passi in avanti, sono ancora costrette a fare i conti con pregiudizi e ignoranza. Questo rende ancor più nobile l’iniziativa della Cusano, che proprio all’opera di sensibilizzazione e informazione sulla sindrome di Down dedica questa settimana.

Cosa possono fare le persone con la sindrome di Down. In troppi, infatti, ancora non sanno che le persone con sindrome di Down possono fare praticamente tutto, solo che per farlo impiegheranno più tempo e faranno più fatica. La crescita e lo sviluppo di un bambino con la sindrome di Down si verifica più lentamente, ma segue le stesse tappe degli altri. I bambini con sindrome di Down possono camminare, parlare, correre, giocare, andare a scuola, imparare a leggere e a scrivere, stare con gli amici. Spesso, però, ci mettono più tempo. Le persone con sindrome di Down, comunque, sono tutte diverse tra loro e hanno bisogno di aiuti che possano differenziarsi a seconda delle singole esigenze. La maggior parte raggiunge un buon livello di autonomia personale. Nel corso di questa settimana l’obiettivo della Cusano, anche attraverso Radio Cusano Campus, la radio dell’Ateneo (89.100 a Roma e nel Lazio, ascoltabile su internet tramite il sito www.radiocusanocampus.it) sarà far conoscere meglio e a tutti questa realtà, Fatta di associazioni (come l’Associazione Italiana Persone Down) che sul campo, ogni giorno, cercano di aiutare le persone con sindrome di Down e le loro famiglie, ma fatta anche di testimonianze, di emozioni e di racconti. Le persone con sindrome di Down riescono a svolgere molte attività e tante altre ne possono apprendere. Perché queste potenzialità si trasformino in realtà, però, è fondamentale che tutti imparino a conoscerle.