Suburra è un romanzo che sorprende. La leggere per conoscere la Roma che viviamo oggi. Tra un aperitivo e una passeggiata in centro. Tra un pomeriggio al mare (quando è estate, ovviamente), nello stabilimento alla moda e una serata in quel ristorante dove vanno tutti i vip a farsi le foto, e in cui senza accorgertene incontri chi tesse le trame della tua vita quotidiana. 

Suburra, un romanzo da leggere per conoscere la Roma di oggi

Resti con l’amaro in bocca, quando finisci di leggere Suburra, decisamente un bel romanzo che trova purtroppo alcuni riscontri con la realtà che paiono fin troppo evidenti.  Nelle pagine sapientemente create dalla Coppia Bonini De Cataldo, trovi una Roma perduta. Non quella degli anni 80, però. La tua Roma. Trovi uomini e donne segnati sin dal nome: il Samurai, un nazista alla Heydrich, eminenza grigia dell’intero nuovo ordine capitale, quasi sprecato con gli animali da strada con cui ha a che fare; il Numero Otto, coatto di borgata che nonostante soldi e potere non riesce ad elevarsi ad altro; Spartaco Liberati, l’emblema del giornalismo sudicio che qualche volta magari ti è anche capitato di ascoltare alla radio,  (premiato in manifestazioni patetiche e altrettanto sudice) schiavo delle logiche di potere (“Portame no sponsò”) che assopiscono i cervelli di questa città.

Ma non è tutto. In Suburra, un romanzo da leggere per conoscere la Roma di oggi, trovi altro. Onorevoli viscidi che di giorno difendono la famiglia tradizionale e di notte si perdono tra travestiti e cocaina, ufficiali e sottufficiali dell’ordine corrotti, cardinali che condividono la stessa idea di Chiesa col cardinale Bellucci de La Grande Bellezza di Sorrentino. E ancora. In Suburra, un romanzo da leggere per conoscere la Roma di oggi, trovi troie, spacciatori, parrucchiere aspiranti escort e escort aspiranti mogli per bene, zingari arricchiti, che hanno tanti di quei soldi da farsi i rubinetti d’oro, usurai con figli da salvare, ristoratori dalle facce cangianti schiacciati dagli strozzini, radical chic rossi che di rosso però hanno solo il maglione, registi quotati e vuoti, genti diverse venute dall’est (ma non senza macchia, come amava immaginarle quel genio di De Andrè).

E’ un romanzo da leggere, Suburra.  Per ritrovare tra le pagine che scorrono questa Roma mediocre che anche noi abbiamo contribuito a creare. Da leggere, ripeto. Ora, però. Prima che il film che ne faranno e le successive fiction ve ne stravolgano la visione, portandola esclusivamente ad un ambito cinematografico.

Suburra non ha niente a che vedere con Romanzo Criminale, capolavoro che però racconta una Roma che non esiste più. Il Libanese è morto. L’arroganza baldanzosa della Banda della Magliana è scomparsa. Suburra non va indietro negli anni. Non parla di Moro o della Strage di Bologna. Racconta, romanzandola, la città che tutti conosciamo oggi. Tra queste pagine vi ritroverete. Vedrete amici o conoscenti, volti noti o meno noti, locali alla moda, vedrete la nostra città che sprofonda mentre si gode l’apericena nel locale più In.