Buon Natale, Roma. Anzi, buona Pasqua. No, non sono impazzito. Solo che se il Natale segna, almeno per il mondo cristiano, la nascita di un salvatore e di un Messia, la Pasqua, anche dal punto di vista laico, può essere interpretata come una vera e propria risurrezione.

E di questo avrebbe bisogno, Roma. Di una risurrezione. Perché di questa città meravigliosa, nelle ultime settimane, abbiamo sentito parlare solo per scandali, inchieste giudiziarie, polemiche e disagi sia sociali che politici.

Buon Natale, Roma. Anche se servirebbe, tra un panettone e un pandoro, quello spirito che accompagna la Pasqua,  termine che deriva dall’aramaico pasà, passare oltre.

Passa oltre, Roma. Liberati da chi ti ha spremuto per anni come una vacca da latte, liberati da chi ti fa sembrare, oggi, come un’anziana prostituta alla ricerca degli ultimi clienti per racimolare qualche altro denaro prima che l’età prenda definitivamente il sopravvento.

Fai a chi ti ama un vero regalo di Natale. Rinasci. Dimenticati per qualche tempo del Colosseo, del Vaticano, di Fontana di Trevi, di tutti quei monumenti che il mondo ti invidia e che ti fanno essere, almeno esteticamente, sempre la più bella. Sogna in grande, prendi spunto dalle altre metropoli europee, respingi i rigurgiti xenofobi che politicanti senza scrupoli sono pronti a cavalcare, ma ascolta il lamento delle periferie, la tua pancia, il tuo istinto abbandonato che chiede rispetto e dignità, ciò che per troppo tempo gli hai negato.

Fai un regalo di Natale ai tuoi figli. Ai giovani universitari che sperano di affermarsi nella città in cui sono nati, che sognano di non essere costretti ad andar via, un domani, solo perché non fanno parte di una family o una lobby. Fai un regalo di Natale ai giovani precari che non sanno che cosa gli accadrà domani, a chi ha perso il lavoro ed ora magari fa finta di ridere travestito da Babbo Natale in qualche centro commerciale, ma in realtà vorrebbe piangere ed urlare.

Fai un regalo di Natale a chi ti vuole davvero bene, Roma. Risorgi. Reagisci. Sei un pugile suonato e stanco,  un cantautore ingannato da chi ne è stato manager, un cantautore che potrebbe riempire gli stadi e invece si esibisce in squallide sagre di provincia.

Rimettiti in discussione, Roma. Hai un enorme capitale umano pronto a seguirti in questo percorso di rinascita totale. La maggioranza silenziosa che si sveglia ogni mattina e insegue il proprio sogno vivendo sottovoce una quotidianità mediocre che invece, se solo tutti lo volessimo, potrebbe tornare straordinaria.

Buon Natale, Roma. Dimenticati per qualche tempo della storia millenaria che ogni tuo vicolo racconta. Riparti da zero. Con coraggio, serietà e caparbietà. Tornerai, un giorno, a fare invidia al mondo intero.