L’autismo è una condizione complessa e spesso dai risvolti drammatici. Un grave deficit neurologico che si abbatte con quella violenza occulta tipica delle malattie che non si “vedono esternamente”. Un male che parte da dentro e cambia per sempre la vita di genitori e figli. E’ così che l’autismo porta via l’essenza stessa dell’uomo, la personalità, alterandola e distorcendola come fa uno specchio in un tunnel dell’orrore, capace di deformare l’immagine che riflette. La Prof.ssa Paola Venuti, Resp. ODF Lab, dell’Università degli Studi di Trento intervenendo ai microfoni di Radio Cusano Campus (89.100 FM a Roma e nel Lazio) durante la diretta di “Genetica Oggi”; ha sottolineato l’importanza della buona e chiara comunicazione; accessibile a tutti e di facile fruizione.
Prof.ssa Venuti cos’è l’autismo? E quali sono i diversi tipi di autismo?
L’autismo è una malattia del neurosviluppo, ossia una formazione del cervello che avviene in modo diverso. Aree del cervello che funzionano quindi in modo diverso. Le tipologie di autismo in questo senso sono molte, in base proprio alle aree colpite. Immaginiamo le zone preposte alle emozioni oppure a quelle della corteccia sensoriale. E’ molto difficile coglierle. In base poi alle forme diagnosticate si da un diverso sostegno.
Cosa ne pensa della polemica sulla presunta, e mai accertata scientificamente, correlazione fra vaccini e autismo?
Non posso che ritenere che questa è una polemica di cui capisco l’origine; nel senso che capisco che un genitore cerca di dare la colpa al vaccino per la malattia del figlio proprio per dare una causa concreta alla malattia. Le ricerche scientifiche però fatte in moltissimi paesi come il Giappone, Stati Uniti, Svezia, Inghilterra, non hanno mai evidenziato nessuna correlazione fra vaccino ed autismo.
L’Università Niccolò Cusano sta veicolando l’informazione scientifica attraverso il gioco del calcio grazie alla pubblicazione quotidiana di notizie sulle pagine del Corriere dello Sport. Pensa che iniziative come questa possono aiutare a sensibilizzare ed informare?
Personalmente credo che iniziative come questa siano utilissime. Penso che la comunicazione scientifica debba essere espressa nel modo più chiaro possibile. Tutto questo rende più fruibile l’accesso alle informazioni scientifiche, spesso in lingua inglese e realizzate usando una terminologia molto complessa.
Parlando di sport, la pratica sportiva può rientrare in un percorso terapeutico per i casi meno gravi di autismo?
Guardi, faccio fatica a parlare di terapia quando parliamo di sport o di rapporto con gli animali. Le terapie sono dei progetti fatti da professionisti. All’interno di questo ritengo che le attività sportive facciano benissimo all’autismo così come un piano di vita di supporto. Motivare i bambini autistici per fargli raggiungere, per esempio, delle mete. Credo che lo sport sia tanto dal punto di vista sociale, che dal punto di vista sensoriale e fisico, estremamente importante.