L’Italia la conosce come “la moglie modello” di Zelig Off e Colorado Caffè ma i talenti di Annalisa Aglioti vanno ben oltre il divertentissimo personaggio televisivo. Tra i tanti c’è anche il dono della scrittura e lo dimostra il successo della sua recente pubblicazione “Enciclopedia della moglie modello”, edito come ebook da Vanda Epublishing di Vicki Satlow e in cartaceo da Edizioni Anteprima. Scopriamone di più insieme all’autrice.

Come è nata l’idea del libro?
Annalisa Aglioti – L’idea di questo libro comico è nata dal ritrovamento a casa di mia nonna di un vecchio volume di quelle enciclopedie delle donne che uscivano negli anni 60. Erano dei manuali molto in voga in quegli anni che a suon di galateo, bon ton, ricette, abiti, faccende domestiche e cura del marito al pari di una divinità, insegnavano alle donne ad essere delle mogli e madri perfette: impeccabili, sempre profumate, sorridenti e cinguettanti in ogni momento della giornata, anche ad esempio disincrostando le pareti del wc. Il momento top della giornata di una donna secondo quelle enciclopedie? Il rientro a casa dal lavoro del povero  maritino stanco! La decisione di scrivere la mia enciclopedia della moglie modello nasce dalle tante, diverse e contrastanti emozioni che mia ha suscitato leggere quel vecchio libro: un misto di rabbia per la vita che hanno fatto le nostre nonne e bisnonne, la comicità di certi consigli che oggi sembrano così desueti, la tenerezza nei confronti di un tipo di donna che aveva potuto realizzarsi solo nella sua dimensione familiare e l’osservazione critica sui tempi di oggi dove molte donne anche apparentemente emancipate in realtà riproducono alcuni comportamenti antichi o sono condizionate nelle loro scelte di vita e professionali dalla loro relazione di coppia. E’ così ho deciso di farne una parodia, un ribaltamento comico, come se una signorina di quei tempi si trovasse di colpo nel 2014 e volesse insegnare alle donne a diventare il sogno di ogni uomo: un elettrodomestico con il perizoma!

Era la tua prima volta con una penna in mano?
Annalisa Aglioti – Per un libro sì! Fino ad ora avevo scritto solo i miei monologhi e personaggi per il teatro e per la televisione.  E’ stata un’esperienza bellissima non solo scriverlo ma anche promuoverlo perché durante le tante presentazioni che ho fatto ho avuto la fortuna di incontrare tantissima gente veramente speciale che ama la cultura, lo scambio di idee e l’umorismo. E poi sono stata in posti vippissimi come il Salone del libro di Torino, la Mondadori duomo di Milano e il Festival della Versiliana! E chi l’avrebbe mai detto?

Il tuo personaggio più famoso racconta di una donna apparentemente fragile e sottomessa ma che in realtà è ben consapevole della pochezza dell’uomo. Ti ci rivedi nella vita reale?
Annalisa Aglioti -Non tanto. Nella vita reale sono una donna molto indipendente ed autonoma e oggi che sono più adulta cerco di non farmi mai condizionare da nessuno nelle mie scelte sia umane che professionali. Certo però riguardo alla consapevolezza della pochezza di alcuni uomini forse ci somiglio un pochino. Per chi non lo sapesse, la suddetta pochezza è anche uno degli argomenti di conversazione preferiti dai noi donne. Passare un’oretta a parlare male degli uomini è quanto di più divertente e rilassante ci possa essere,  molto di più che conversare di scarpe o della letteratura stessa.

Domanda seria. Cosa pensa una “moglie modello” del femminicidio?
Annalisa Aglioti – Quasi non si riesce a rispondere ad una domanda sull’argomento perché è impossibile riflettere su questo tema   in maniera distaccata senza sentire una fortissima fitta al cuore di  rabbia, di paura, e di condanna insieme al  desiderio impossibile di  difendere tutte le donne del mondo. Quello che mi sento di dire è che è molto raro, credo, che un uomo uccida senza aver commesso precedentemente altri atti di violenze e vessazioni sia psicologiche che fisiche. E che, anche se è molto difficile, noi donne dovremmo trovare la forza ed il coraggio di allontanarci e separarci il prima possibile da uomini di questo tipo, attraverso un percorso di consapevolezza di quello che sta accadendo realmente senza mai cercare di comprendere e perdonare nessuna forma di violenza  o  cadere nella trappola della dipendenza affettiva e di altri meccanismi autolesionistici di dipendenza dal proprio carnefice. Non è assolutamente facile riuscire a reagire ma per fortuna almeno ci sono tante associazioni e centri antiviolenza donna alle quali ognuna di noi può rivolgersi per chiedere aiuto. Il mio pensiero sofferto e disperato poi va a tutte le donne di quei paesi del mondo dove la violenza e il femminicidio non sono neanche considerati reati e dove c’è un cammino ancora più difficile da percorrere.

Domanda cretina. Hai mai ricevuto proposte di matrimonio? Quel che mostri sul palco è una vita molto allettante per un certo tipo d’uomo…
Annalisa Aglioti – Sì, una volta! Via sms! Mi sono emozionata tantissimo e a quell’sms è seguito un lungo periodo di corteggiamento, con un’altra con la quale si è sposato! Chissà forse aveva sbagliato numero!

Hai un passato da ballerina. Come è avvenuto il “travaso” al cabaret?
Annalisa Aglioti – Il passaggio è avvenuto quando ho deciso che oltre ad essere una danzatrice, avrei voluto fare l’attrice. Così mi sono iscritta alla prestigiosa scuola di recitazione di Beatrice Bracco e lì, studiando, ho potuto scoprire la mia vena comica. Poi ho cominciato a scrivere i miei monologhi e miei personaggi e provando a farli in diverse rassegne teatrali e concorsi, ho fatto un’ ulteriore scoperta: riuscivo a fare ridere anche fuori dalla scuola! E così è cominciato un percorso di studio e di scrittura sulla comicità che continuo a fare tutt’ora e amo tantissimo: sentire la gente che ride credo che sia davvero una della cose più belle del mondo.

Sei laureata. Che consigli daresti a tutti quegli studenti che ti stanno leggendo?
Annalisa Aglioti – Di studiare sempre e comunque perché, anche se magari dopo anni non si ricorda più tanto di quello che si è studiato o magari si intraprende un percorso professionale diverso, la prima cosa che impariamo studiando è proprio saper studiare. Ed essere in grado di concentrarsi, studiare, analizzare, sintetizzare, memorizzare è una cosa che nella vita serve per qualsiasi lavoro e per essere capaci quando serve di rimettersi a tavolino per aggiornarsi  o aprirsi altri sbocchi lavorativi in momenti di difficoltà.

E’ vero che arrivi in scena in pantofole?
Annalisa Aglioti – Sì è vero! Mi metto le scarpe di scena solo pochi minuti prima di salire sul palco perché ho i piedi un po’ acciaccati da tanti anni di danza…. A Colorado avevo lanciato una vera e propria tendenza tant’è che le costumiste ci lasciavano nei camerini per ognuna di noi sia le scarpe di scena che le pantofole. Mi concedo insomma il lusso di non essere perfetta come le mogli modello di quelle vecchie enciclopedie che anche in casa stavano con la gonna a ruota a vita alta, la messa in piega e il tacchetto coordinato con la borsetta.

Ti regalo un sasso. Cosa ci fai?
Annalisa Aglioti – Lo dipingo con dei cuoricini e lo regalo a chi voglio bene.