La mafia a Roma siamo abituati ad immaginarla pensando al Romanzo Criminale brillantemente descritto da Giancarlo De Cataldo.
La mafia a Roma, proprio perché ispirati da Romanzo Criminale, la associamo esclusivamente alla Banda della Magliana, quella Banda che a Roma, nella tarda metà degli anni settanta, fu la prima organizzazione criminale unificare i microcosmi della malavita romana e a diversificare le attività tra sequestri, rapine, azzardo, droga, prostituzione.
Adesso però non siamo nel libro di De Cataldo. Non siamo in Romanzo Criminale. La mafia a Roma c’è. Ed è reale. Come lo sono le 1200 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare firmate dal gip Flavia Costantini.
Pagine che lo gridano senza appello. La mafia a Roma c’è. E non si tratta di quella criminalità da borgata arrivata per caso nelle stanze dei bottoni descritta da De Cataldo in Romanzo Criminale.
Nella mafia a Roma, se i fatti ipotizzati dagli investigatori trovassero conferme processuali, non c’è nulla di improvvisato. E quella frase, “Piamose Roma” che da Romanzo Criminale in poi impazza tra fiction e cinema, si trasformerebbe. Da aspirazione a realtà.
Da Romanzo Criminale a questa nuova associazione malavitosa, che confermerebbe l’esistenza di una mafia a Roma in grado di minacciare e punire, ma anche di trattare e corrompere.
La mafia a Roma. Una mafia sofisticata, quella descritta negli atti. Che si è imposta nella capitale dalle periferie più estreme al Campidoglio. A Roma, a dir la verità, delitto e potere da tempo vanno a braccetto. Dal delitto Sonzogno del 1975 alla Banca Romana, passando per l’affaire Montesi.
Mafia a Roma, dove criminalità e palazzi del potere sembrano vicini. Vicinissimi, secondo le teorie degli inquirenti. Mafia a Roma, quella stessa Roma in cui i banditi raccontati in Romanzo Criminale strinsero legami con tutti, dalla politica ai servizi segreti, passando per il Vaticano e diverse organizzazioni terroristiche.
Mafia a Roma, in una versione aggiornata, moderna, plasmata su malaffare e corruzione, in un imbuto di appalti e subappalti che racconta di milioni di euro svaniti nel nulla. Mafia a Roma. Non un romanzo criminale ma una storia reale. Come finirà lo determineranno i giudici nelle sedi opportune. Di certo vedere amministratori o ex amministratori della cosa pubblica finire in certi giri fa riflettere. E amareggia. Tanto.
È una vergogna su dovrebbe dimette anche marino roma va commissariata