Ebook. Il balletto legato all’Iva sta diventando stucchevole. “Un libro è un libro”, ripete giustamente  il ministro per i Beni e le attività culturali e il Turismo Dario Franceschini, che negli ultimi giorni ha annunciato l’approvazione da parte della Commissione bilancio dell’emendamento per portare l’IVA sugli eBook al 4 per cento.
Il problema dell’Iva sugli Ebook è stato risolto? Certo che no. O meglio. Pagheremo sugli Ebook l’Iva al 4%, finalmente, ma l’Unione Europea da questo orecchio continua a non volerci sentire.

Almeno, però, questa modifica alla Legge di Stabilità voluta fortemente da Palazzo Chigi abbassa l‘Iva da pagare sugli Ebook e prevede anche la copertura del mancato gettito generato, calcolato in 7,2 milioni di euro l’anno.

I soldi che non verranno incassati dall’Iva sugli Ebook al 22% potranno essere recuperati dal fondo per gli interventi strutturali di poltica economica.

Eppure, nonostante la soddisfazione generale, questa mossa del Governo Italiano in merito all’Iva sugli Ebook, rischia di rivelarsi esclusivamente simbolica.

In molti, infatti, considerano la mossa del Governo per tagliare l’Iva sugli Ebook aleatoria, anzi dannosa, se a cambiare non sarà il punto di vista dell’Unione Europea sugli Ebook, i libri digitali.

Ora come ora, infatti, l’Italia abbassando l’Iva sugli Ebook rischia di essere sottoposta ad una procedura per infrazione e ad una multa da parte di Bruxelles.

L’Unione Europea, infatti, è già intervenuta sulla tassazione dei libri digitali. Ha multato la Francia nel 2012 e il Lussemburgo nel 2013. E almeno per il momento non vuole sentir parlare di abbattimento dell‘Iva per gli Ebook.

La questione per Bruxelles resta ideologica.  Gli ebook sono equiparati a beni e servizi digitali e per questo hanno una tassazione superiore (al momento in Italia l’Iva è al 22%).