Immigrati e Rifugiati Politici: che differenza c’è? Perché spesso si tende a confondere due categorie di persone che in realtà completamente diverse?
Da Milano a Roma diversi quartieri periferici si fanno sempre più incandescenti.  Immigrati e rifugiati politici finiscono nel calderone. La crisi morde l’umore degli italiani. Chi vive ai margini non ne può più. E in questi casi l’istinto può suggerire una soluzione: trovare un colpevole. Gli immigrati o i rifugiati politici. L’uomo nero.  Che magari viene in Italia e “ci porta via soldi, spazi, lavoro”.
E si fa di tutta l’erba un fascio. Si confondono i ruoli. Si cade in errori giuridici clamorosi. Quello di confondere, per esempio, immigrati e rifugiati politici.
Sulla questione immigrazione si fa troppo spesso confusione. E allora il Professor Nicola Colacino, docente di diritto internazionale all’Università Niccolò Cusano prova a fare chiarezza, ai microfoni di Radio Cusano Campus, nel corso del format ECG Regione. Facendo anche il punto sulla differenza che corre tra immigrati e rifugiati politici.
Che idea si è fatto di quello che sta accadendo nelle periferie delle Capitale?
Certamente c’è un disagio profondo che non può essere trascurato o messo da parte. Bisogna però capire quali sono le reali cause di questo disagio. Chi arriva sul nostro territorio (immigrati o rifugiati politici) si trova a convivere con una realtà, quella del nostro Paese, che è sempre più complicata, anche a causa della crisi.
Ci aiuta a fare chiarezza? Nel corso di questi giorni si è fatta grande confusione: che differenza c’è tra immigrati irregolari e rifugiati politici?
La differenza tra immigrati e rifugiati politici è enorme. Le persone che arrivano nel nostro territorio possono farlo per diversi motivi. Alcuni, gli immigrati in generale, cercano fortuna, vogliono aumentare il proprio tenore di vita. Vi sono poi persone, i rifugiati politici appunto, che invece scappano da una realtà all’interno della quale loro rischiano la vita, in virtù di un conflitto civile, o dell’appartenenza ad una determinata etnia o religione. La categoria dei rifugiati politici  beneficia anche a livello internazionale di una particolare attenzione mediante incentivi che vengono riconosciuti in qualsiasi nazione. L’accoglienza dei rifugiati politici è un principio costituzionale ed internazionale. E soprattutto è un principio di civiltà rispetto al quale l’Italia non si può sottrarre.
Dove è possibile ricercare un modello di integrazione efficace?
Partendo dal fatto che bisogna distinguere immigrati irregolari e rifugiati politici, il problema che stiamo vivendo noi è stato sperimentato circa un decennio fa da altri paesi europei, in cui normalmente si sono affermati due modelli di integrazione. Uno di integrazione mista, come è accaduto ad esempio in Francia. In Inghilterra, invece, sono state create delle piccole città dove racchiudere comunità di immigrati di varie etnie, che per così facendo corrono il rischio di essere ghettizzate, perché finiscono per essere diffidenti l’una con l’altra e nei confronti dei residenti stessi, anche per motivi di difesa della propria cultura. Diciamo che il primo modello, probabilmente, è quello più efficace.