La casta ne ha fatta un’altra. I politici non pagano le tasse. O meglio, ne pagano pochissime rispetto a quelle che toccano a un normale cittadino.Questa è l’ennesima “marachella” di una casta di politici che predica bene ma razzola male. I politici, però, per fare danno, usano sempre una creatività inarrivabile e con il loro ingegnoso acume fiscale, i politici padroni della casta,  riescono a pagare la metà delle tasse di un umano normale. Aliquota del 18,7 per cento.  Tu chiamale se vuoi, detrazioni.

Ma davvero la casta è arrivata a tanto? Davvero i politici riescono a pagare aliquote minime? Sì: i politici e la casta se ne inventano una al giorno per mettere beni al sole.

Per comprendere fino in fondo il reale stato delle cose, è sufficiente paragonare le cifre di un parlamentare e di un pari grado – ad esempio un manager – che lavori in un’azienda privata.

L’incasso annuale lordo è di 235.615 euro.  Una cifra spropositata per i politici che molto spesso, spalleggiati dalla casta, non vanno neanche a lavorare. Eppure, evidentemente, non basta.  La casta non si accontenta. I politici hanno bisogno di altro denaro. E lo trovano così.

Mentre il manager privato dovrà pagare sui 189.431 euro di base imponibile (dopo le ritenute pensionistiche e sanitarie) il 39,4 per cento di Irpef, cioè 74.625 euro, mettendosi in tasca 114.806 euro netti, i politici appartenenti alla casta ingorda pagheranno il 18,7, cioè 35.512 euro, meno della metà,  portandosi a casa 153.919 euro netti.

Tutto legale. Tutto alla luce del sole. I politici, la casta, sanno ciò che fanno. Loro, i politici, quelli della casta, sono riusciti semplicemente a inventarsi il colpo di genio che manda a farfalle tutti gli ideali di equità.

Politici e una casta che non paga le tasse. Come spiega un illuminante articolo pubblicato qualche tempo fa dall’Espresso,  la trovata dei politici spalleggiati dalla casta è semplicemente un’interpretazione alquanto generosa dell’articolo 52, comma 1, lettera b, del Tuir» (non a caso sembra un algoritmo: l’algoritmo della furbizia)», grazie alla quale non fanno reddito le somme incassate a titolo di rimborsi spese, che per il parlamentare hanno varie forme, come diaria, trasporti, telefono. Insomma, il popolo stringe la cinghia e la casta continua a trovare stratagemmi per arricchire loro, i politici.