La conseguenza di una crisi economica come quella che stiamo vivendo, e che non sembra mostrare crepe o cedimenti in favore di un nuovo rilancio, si riflette in una mancanza cronica di posti di lavoro e in un tasso di disoccupazione più che allarmante.
Solo ai pionieri sembra essere riservata una possibilità, solo a coloro i quali non cercano di trovare un impiego ma pensano bene di inventarselo, magari non pensando proprio al mondo di oggi o di domani, andando oltre. Ecco, con buona probabilità, quali potrebbero essere i mestieri del futuro.
Il pilota di droni: se pensiamo che la Federal Aviation Agency americana stima che entro il 2018 ce ne saranno almeno 30 mila in giro per il mondo, qualcuno dovrà saper pure pilotarli.
L’urban farmer: avete capito bene, l’agricoltore urbano! Per chi ha anche un piccolo giardino e senza escludere terrazzi attrezzati con grossi vasi e piccole serre, l’agricoltura in città non sarà più un sogno.
In tema 3D, arriverà lo stampatore di cibo, perché già da adesso si può capire che il food sarà un protagonista indiscusso del futuro mercato del lavoro. Un’idea, questa, non proprio nuovissima che ci riporta a due anni fa, quando Van Bommel ebbe l’originale trovata di creare una stampante dedicata al cibo.
Per quelli che invece preferiscono le arti figurative, arriva la professione del designer di rifiuti, quello che farà del riciclo la propria musa ispiratrice. E poi ancora: l’architetto o paesaggista di realtà virtuali, il programmatore di intelligenze artificiali e il rewilder, cioè colui che riporta i luoghi distrutti dall’uomo ad una condizione naturale.
Occorre competenza, fantasia, capacità previsionale e tanta intraprendenza. Mescolando insieme questi ingredienti sarà possibile pensare oggi al lavoro di domani!