Art consulting, direttore artistico e conduttore radiofonico, Guido Tognetti è uno che in mezzo all’arte ci vive da sempre. Ci vive e ne vive in prima persona, come dimostra una carriera poliedrica e di successo, in cui ha intrecciato i fili, grazie a Paola Massari e il suo album “Il vento Matteo”, con Claudio Baglioni, con cui collabora dal 1995, e con tanti altri musicisti italiani. Chi lo segue su Facebook sa bene che Tognetti maneggia le parole con la stessa maestria di un pittore coi colori ed era inevitabile, prima o poi, che un quadro prendesse forma. Si tratta del romanzo “TAG – Isabel chi sei?”, edito da Memori, che in queste settimane sta destando grande interesse da parte del pubblico. Scopriamone di più chiacchierandone con l’autore.
La trama del tuo libro sembra perfetta per un film. La tua è una scrittura cinematografica?
Guido Tognetti – L’idea nasce proprio da lì. Scrivere qualcosa che sia dinamico, veloce, intenso, emozionante e coinvolgente, quasi senza un attimo di tregua. Spesso si affondano le parole nelle infinite descrizioni, che rallentano il ritmo. Ho voluto mantenere quasi un “copione da cinema” in questa scrittura per poter coinvolgere il lettore al punto tale da non smettere di leggere, così come accade davanti a uno schermo dove non riesci a smettere di guardare le scene di un film.
E’ possibile vedere la figura di Isabel come la metafora della donna? Bella e irraggiungibile…
Guido Tognetti – Isabel è un senso forse più ampio. E’ quasi una specie di “sopravvivenza a una fine che riparte con un principio”. Spesso siamo abituati a mettere il punto dopo un epilogo così doloroso. Al contrario, proprio la morte in questo libro lancia il senso, l’interesse e il ritmo a una nuova nascita di vita, a un decollo da qualcosa che, forse, non sarebbe mai potuto accadere.
C’è stato un preciso istante in cui hai avuto l’idea o è nata un po’ alla volta?
Guido Tognetti – L’idea è nata in una delle mie tante notti insonni, quando, anziché ostinarmi a guardare le sfumature grigie del soffitto, ho pensato ad un personaggio di una piccola cittadina dove, nella notte di San Valentino, vede arrivare, all’obitorio dove è il responsabile, il cadavere di una donna bellissima. Bellissima e misteriosa al punto da conoscerne solo il nome e cognome. Bellissima al punto da volerla far vivere nel ricordo tramite una ricerca su Facebook per cercare di scoprire chi è, cosa ha fatto, come è stata la sua vita. Ma…
Quanto tempo hai impiegato a scrivere il romanzo?
Guido Tognetti – Il romanzo è stato scritto di getto, così come faccio con tutto quello che realizzo. C’è stata, come è ovvio, poi, la messa a punto, più legata però a punti e virgola, piuttosto che alla storia in sè, che filava già bene fin dall’inizio.
Sei una figura poliedrica e tutto quello che fai lo fai bene. E’ il tempo della multimedialità?
Guido Tognetti – Dicono che essere “ multitasking” possa portare alla depressione, per cui diciamo, che cerco di fare le cose al meglio di quello che posso, senza però esagerare a doppiare e triplicare l’effetto. A volte ci riesco, a volte meno. Però ancora non mi sono depresso.
La prefazione è di Claudio Baglioni. Si può considerare un piacevole regalo di un amico?
Guido Tognetti – Chiesi a Claudio, quando lo scritto divenne libro, due righe. Giusto un “buona fortuna” per questo nuovo viaggio di parole. Sorrise e dopo poco mi consegnò lo scritto che mi emozionò moltissimo. Tra l’altro ho anche la fortuna che, se il romanzo non piace, c’è comunque una splendida prefazione di chi davvero scrive bene che vale da sola i soldi spesi.
Da addetto ai lavori conosci le difficoltà di fare promozione ai “prodotti culturali”. Credi ci sia un modo per salvarsi dalle porte chiuse?
Guido Tognetti – Le porte chiuse sono all’ordine del giorno. Credo che l’unico sistema per tentare piano piano di socchiuderle e avere spiragli sia quello di rimboccarsi le maniche e cominciare dal piccolo. Piano piano, passo dopo passo, con misura e umiltà. Credo che sia l’unica chiave.
E’ già in cantiere un nuovo libro o sei ancora sotto l’egida di Isabel?
Guido Tognetti – Se Isabel lo sapesse, son certo che si arrabbierebbe, ma ti rivelo un segreto: c’è un’idea in corso per il futuro.
Ti regalo un super-potere. quale scegli e perché?
Guido Tognetti – Grazie sei gentilissimo ma effettivamente non serve. Perché (e te lo voglio rivelare) “IO SONO IRON-MAN”.