Un gol? Un dribbling? Il fischio finale dell’arbitro? No. Ieri sera, allo stadio Olimpico di Roma, l’emozione più bella è arrivata da uno striscione. “Oltre i colori ciao Stefano e Cristian”. Con queste parole la Curva Nord dell’Olimpico, prima di Lazio-Torino, ha voluto ricordare Stefano e Cristian De Amicis, il papà e il figlio, supporter della Roma, travolti in un drammatico incidente stradale mentre facevano ritorno a casa dopo aver assistito alla partita di Champions League, martedì scorso, tra i giallorossi e il Bayern Monaco.
Uno schiaffo in faccia a chi punta il dito sempre contro i tifosi, accusandoli delle più incredibili angherie, trattandoli sempre e comunque come criminali prestati al mondo del pallone, considerandoli incapaci di intendere e volere, al di là di un coro da intonare e di una squadra di calcio da seguire.
Lo striscione esposto ieri all’Olimpico, dimostra a tutti i qualunquisti della prima ora, che sulle gradinate degli stadi ci sono passioni, anime, cuori. Che battono per un pallone che corre veloce sull’erba, ma che quando c’è da fermarsi sono capaci di fare un passo indietro.
Perché nonostante il “Dividi et impera”, con cui giornalisti e politici spesso provano ad usare il mondo del calcio, in quelle Curve tanto bistrattate c’è chi sa usare la testa.
Non a caso, a Genova, erano per lo più ultras gli angeli del fango che sono scesi in strada per ripulire la città ligure. Non a caso, ieri, è arrivato dagli ultras della Lazio il gol più bello della giornata di campionato. Ciao Cristian. Ciao Stefano. Continuate, mano nella mano, a tifare Roma dalla Tribuna Paradiso.