Tag24 ha intervistato in esclusiva il Dott. Andrea Crosta, fondatore della piattaforma digitale WildLeaks, punto di riferimento nella lotta contro i crimini nei confronti della fauna selvatica e delle foreste. Dott. Crosta che cos’è WildLeaks e perché nasce?
“WildLeaks è la prima iniziativa al mondo nata e strutturata per raccogliere informazioni confidenziali che contribuiscano alla lotta quotidiana contro i crimini perpetrati nei confronti della fauna selvatica e delle foreste. A seguito della raccolta di informazioni cerchiamo di dare un seguito conducendo investigazioni private o coinvolgendo associazioni per risolvere i problemi che affliggono l’ambiente”.
Le denunce che raccogliete sono tutte assolutamente in forma anonima?
“Esatto, le informazioni vengono raccolte grazie alla piattaforma informatica che garantisce, primo fra tutti, l’anonimato. La fase successiva, quella della validazione della denuncia, può durare qualche giorno o alcuni mesi. Pensate che le denunce che ci arrivano riguardano le cose più disparate, dal traffico illegale di avorio, al disboscamento intensivo, crimini che possono riguardare l’Africa, l’Asia ma anche il SudAmerica”.
Come si compone il vostro team?
“Siamo in cinque. C’è un avvocato specializzato in crimini contro l’ambiente, c’è un giornalista investigativo del Sud Africa, c’è un esperto in sicurezza australiano, un secondo esperto di sicurezza ed intelligence americano, poi ci sono io ed un gruppo di partner, essendo un progetto altamente collaborativo, che verifichiamo tutte le denunce che ci arrivano e, di concerto, decidiamo come agire”.
Gli ostacoli che vi trovate a fronteggiare sono rappresentati da bracconieri, piromani o persone che si dedicano al disboscamento intensivo, gente che lucra distruggendo l’ambiente. E’ un lavoro pericoloso il vostro?
“Può esserlo se non si prendono le giuste precauzioni, anche se un certo livello di rischio c’è sempre. In molte delle nostre azioni andiamo a pestare i piedi alla malavita locale, a politici corrotti e a veri e propri criminali. WildLeaks dà la caccia ai pesci grossi, ai veri responsabili di queste malefatte contro l’ambiente. C’è da dire che i traffici principali partono dall’Africa e hanno come destinazione finale l’Asia, dove vengono utilizzati più frequentemente l’avorio ma anche le ossa e la pelle di animali ritenuti benefici per alcune patologie”.
C’è un costo anche in termini di perdite di vite umane quando si parla di crimini contro l’ambiente?
“Questo è un aspetto che a noi sta molto a cuore, i costi ci sono e sono enormi. Penso immediatamente ai rangers o ai guardiaparchi che perdono la vita ogni giorno per difendere un elefante, un rinoceronte o una foresta. Quegli uomini caduti in difesa dell’ambiente lasciano mogli vedove e bambini orfani e il fatto più spiacevole è che non se ne parla”.