Keita si è schiantato contro un muro alla guida di una Lamborghini. C’è chi dice avesse bevuto. La macchina è distrutta. Il calciatore, fortunatamente, illeso.
Non c’è neanche bisogno che io stia qui a sottolineare che il talento spagnolo sia è reso protagonista di un gigantesco errore, che gli sarebbe potuto costare molto caro. Non si guida dopo aver bevuto.
E soprattutto, quando si è alle prese con una fuoriserie, non ci si deve far prendere il piede. Altrimenti si diventa dei proiettili pronti a uccidere sé stessi e gli altri.
Detto questo, però, basta. Basta al sensazionalismo dei media che vivono e guadagnano esaltando le cavolate fatte da questo o quel giocatore, spesso rischiando di rovinargli la vita e la carriera (basti ripensare al caso Balotelli).
E basta con il moralismo di chi dimentica di aver avuto, una volta, diciannove anni.
E’ facile quando sei giovanissimo, guadagni decine di migliaia di euro al mese, sei l’idolo di mezza città, fai il lavoro più bello del mondo, giocare a calcio, perdere il contatto con la realtà. Tra donne, falsi amici, giullari di corte che fingono di sapere chi sei ma che in realtà vogliono solo godere di quello che hai.
Keita, considerato da Guardiola il classe 1995 più forte del mondo, ha bisogno di serenità. Di calma. Di pacche sulle spalle, più che di dita puntate contro di lui e di isterismi mediatici che rischiano di attaccargli subito addosso l’etichetta di Bad Boy.
Bene ha fatto Pioli, il tecnico della Lazio, a gestirlo, ad impiegarlo con il contagocce ad inizio campionato, dopo la scorsa stagione, che per lui, con cinque gol e nove assist, è stata quella dell’esplosione.
E allora, caro Keita, fregatene di tutti. Lascia stare chi ti metterà in croce, perché qui in troppi hanno pietre in mano da lanciare, per lapidare questo o quello.
Pensa a te stesso. Dio, o la natura a seconda dei punti di vista, ti ha donato un talento in grado di farti entrare nell’Olimpo del pallone. Divertiti, come è normale che sia, a diciannove anni. Ma sii uomo e atleta, ancor prima che calciatore. Bruciare quella classe con le tue mani, sarebbe un peccato mortale. Investi su te stesso anche in altri campi. Studia, laureati, cresci, conosci Roma, cerca quell’equilibrio interiore che, quando arriva a calmare il marasma esteriore da cui siamo tutti circondati, ci fa capire che siamo diventati adulti.
Keita Balde, sei un ragazzo che vale. Ritorna a incantare la gente laziale.
Forza keita