La provocazione l’hanno lanciata pochi giorni fa due colossi dell’economia americana. Facebook e Microsoft si sono fatti portatori di una necessità che non sarà imminente ma che vedrà il mercato del lavoro, forse tra un paio di decenni, scarseggiare di programmatori informatici. Da qui l’idea: perché non inserire tra le materie di studio dei ragazzi, fin da piccoli, l’insegnamento del cosiddetto “coding”? Apriti cielo! I detrattori si sono immediatamente scatenati accusando Facebook e Microsoft di essere alla ricerca di lavoro minorile, di giovani da sfruttare anzitempo e di piccoli geni da utilizzare ai propri scopi. Niente di tutto questo. Tant’è che una giornata di formazione dagli scopi similari si è svolta venerdì scorso all’interno della Camera dei deputati, invasa di bambini dai 6 ai 13 anni intenti ad approcciare con Scratch, un linguaggio di programmazione didattico. La giornata di laboratorio CoderDojo prende il nome dal movimento nato in Irlanda che organizza eventi gratuiti per insegnare ai più giovani il coding e che ha promosso questi due incontri nell’ambito della #CodeWeek Europea (11-17 ottobre), la Settimana europea della programmazione, che sta coinvolgendo migliaia di studenti e appassionati in tutta Italia.
Le parole di Laura Boldrini
“Non ho mai visto questa Sala così bella. Quella del Coderdojo – ha detto Laura Boldrini – è un’idea bellissima che va sostenuta. I bambini devono essere educati al digitale fin da piccoli affinché ne sfruttino le potenzialità in maniera consapevole. La Camera dei Deputati ha iniziato e vuole continuare a portare avanti questa rivoluzione digitale.”
Le parole di Anna Masera
“É stato davvero emozionante – ha detto Anna Masera, capo ufficio stampa e protagonista della rivoluzione digitale alla Camera dei Deputati – vedere i bambini lavorare con entusiasmo e impegno per tutto il giorno. Mettere al centro l’educazione digitale è il futuro e rappresenta un passo nella giusta direzione, per restituire all’Italia una posizione di competitività in Europa. Il concetto rilevante che emerge dalla giornata di oggi è che i bambini possono non solo utilizzare i videogiochi, ma crearli, imparare a essere “makers” del proprio futuro”.