La camorra, Pantani, un complotto che ha distrutto un uomo, decretandone la fine personale oltreché sportiva. Pantani a Madonna di Campiglio fu messo in mezzo dalla camorra, che voleva escluderlo da un Giro, quello d’Italia, che il Pirata stava stravincendo e che lo avrebbe visto sicuramente trionfare all’arrivo a Milano, alterandone a dismisura il valore dell’ematocrito del sangue (a 51,9, contro un massimo di 50) per guadagnare, grazie ad un giro di scommesse clandestine, sulla vittoria di altri ciclisti.
L’idea investigativa c’è. I sospetti aleggiano da anni su quella giornata che fu così clamorosa da palesare elementi poco credibili. I Pm, con il capo Sergio Sottani la sostituta Lucia Spirito, stanno studiando, dopo averlo riaperto, il fascicolo archiviato a Trento per associazione a delinquere finalizzata a truffa e frode sportiva, senza dimenticare le relative minacce di cui lo stesso Pantani sarebbe stato vittima.
Hanno già ascoltato le testimonianze di diverse persone, tra cui il cronista Rai Davide Dezan, che proprio in queste ore ha intervistato lo storico massaggiatore del Pirata, Roberto Pregnolato, che continua a giurare, a distanza di quindici anni, che la notte precedente al blitz di Madonna l’ematocrito di Pantani era a 48, dunque normale.
Marco Pantani-Il Complotto-Parte 1
Marco Pantani-Il Complotto-Parte 2
Marco Pantani-Il Complotto-Parte 3
Marco Pantani-Il Complotto-Parte 4
Ad essere ascoltato, sarà anche Renato Vallanzasca. Di lui continua a far discutere una frase, mai confermata davanti a un magistrato “In carcere mi dissero di non scommettere su Pantani”, mentre si cercherà di far luce anche sulle minacce che Marco avrebbe subito all’arrivo della tappa di Cesenatico, casa sua, poco prima della squalifica: “Oggi gioisci, tanto non finirai il Giro”.
Comunque andrà a finire, sarà sempre troppo tardi. Il Pirata se ne è andato e niente potrà farlo tornare. Però, sia pur con colpevole ritardo, sarebbe giusto ridare a questo atleta l’omore che merita. E che commentatori miopi continuano a negargli, chissà mai perché…