Non morire. Stai lottando per farcela, non andartene. Non ora. Non così. La vita è un dono troppo prezioso per perderlo in questo modo, per mano di tre criminali, in un autolavaggio grigio, a quattordici anni.
Chissà quante pagine avrai ancora da scrivere in questo romanzo. Un romanzo che deve ancora iniziare e che, te lo assicuro, è fantastico. Un romanzo di cui tu sei e sarai protagonista.
Un romanzo in cui scriverai l’emozione di un primo bacio, l’ansia e la gioia della prima volta, lo studio che precederà le interrogazioni, le serate passate a chiacchierare con gli amici, quel tempo perso ad ascoltare una canzone che sembra aver capito chi sei, la nostalgia di un posto che non c’è, i dubbi sul futuro che abbiamo avuto tutti a quattordici anni, e che io, ad esempio, continuo a conservare anche ora, che di anni devo farne trenta.
Darai a tua madre la gioia di vederti laureato, qualche volta ti sembrerà di annegare, ma poi all’improvviso una forza che nemmeno tu pensavi di avere ti prenderà per mano e ti farà andare oltre, sempre. Perché la regola è una. Rialzarsi dopo essere caduti. Con le cicatrici lì, a ricordarci da dove veniamo, cui non dobbiamo però permettere di far decidere dove andremo.
Arriverà addirittura il giorno in cui non ci penserai più, alle grida di quei tre cretini che ti urlavano “ciccione”, che ti hanno aggredito in tre mentre tu eri solo, poveri mentecatti perdenti, figli del tutti contro uno, deboli, ignoranti, inconsapevoli figli del nulla, nel nulla viventi e al nulla condannati.
Tra tanti anni, li guarderai con un ghigno di pietà, perché tu farai una vita che loro non potranno mai neanche lontanamente immaginare. Leggi. Studia. Cresci. Perché è l’ignoranza, la grande meretrice. La burattinaia che ha armato le mani dei tuoi aguzzini, conducendoli in un vicolo dell’orrore. Cieco e indescrivibile.
Non mollare. Non ora. Non così. Risorgi. Cova il tuo risentimento. La tua rabbia. La tua sete di vendetta. Arriverà un giorno in cui la lascerai andare, in quel giorno capirai che sei nato a nuova vita. Una vita che è anche abbracci, amore, sorrisi. Non voglio neanche pensare all’idea che tu possa perderti questo spettacolo per colpa di tre bestie con il niente al posto del cuore.
Trattengo a stento le lacrime ed auguro a Vincenzo tutto il bene che esiste… Un abbraccio anche a te, Roberto.