Tiziana Ciavardini, antropologa e giornalista di fama internazionale, ha trascorso piú di 23 anni in diversi paesi: ha vissuto in Medio Oriente, in Estremo Oriente e nel Sud Est Asiatico.  Conosce bene, dunque, i luoghi in cui sembra essere nata la nuova crescente minaccia terroristica globale. Noi di Tag24 l’abbiamo incontrata. E ne abbiamo discusso insieme

Tiziana Ciavardini, che cos’è davvero l’Isis?


Una realtá politica che utilizza la fede come motivazione per compiere atti terroristici. E’ davvero difficile da definire tanto che si fa fatica persino a nominarlo in maniera univoca. Chi lo chiama Is, Isis, Isil, Stato islamico, Daesh, Califfato c’é molta confusione su questo. Si fanno chiamare ‘Stato Islamico dell’Iraq e della Siria” ma di islamico hanno davvero poco. L’unica certezza che abbiamo é che ci troviamo di fronte a un movimento nato con lo scopo di terrorizzare alcuni paesi mediorientali e non ultimo anche l’Occidente.

Da dove nasce l’ostilità che hanno i membri dell’Isis nei confronti del mondo occidentale?

Possiamo azzardare solo ipotesi perché non conosciamo il vero progetto. Pensare che lo scopo sia quello di creare una totalitá ‘islamica’ mi sembra assurdo quindi dietro ci sono altri progetti che noi possiamo solo idealmente ipotizzare senza certezze. É anche possibile che si celino delle motivazioni volte a spostare l’attenzione su fatti criminali compiuti dal gruppo, che non su altri meno cruenti, ma che potrebbero mettere a dura prova l’equilibrio politico mondiale.

Facciamo chiarezza: qual è la differenza tra Al Qaeda e l’Isis?

Mi sembra che la strategia generale, le tecniche e le tattiche utilizzate dall’ISIS non siano molto diverse da quelle di al-Qaeda. Le violenze sulle donne, madri, figlie e sorelle; la morte per bambini innocenti e i corpi di civili gettati in fosse comuni. La caccia alle minoranze religiose. L’utilizzo di metodi di morte quale la decapitazione, realtá atroci al quale purtroppo abbiamo giá assistito. Al Qaeda era fortemente centralizzata. L’ISIS ha invece un’organizzazione sia politica che militare decentrata. Gli obbiettivi sembrano peró essere diversi. Era fondamentale per al-Qaeda colpire il “nemico lontano”, cioè l’Occidente, con azioni terroristiche mentre vediamo come l’ISIS stia combattendo una guerra a livello regionale e locale.

Quanto sono concrete le minacce che l’Isis ha inviato a diverse Nazioni occidentali?

Bisogna tenere sempre alta la guardia e non lasciare nulla al caso. L’Italia in particolare è la sede della cristianità e il Vaticano potrebbe essere uno degli obiettivi principali dell’ISIS. Sappiamo che l’ideologia dell’ISIS é proprio quella di voler dividere il mondo in fedeli e infedeli, uccidendo quanti più innocenti civili possibili e utilizzando i metodi più brutali per intimidire le persone. É giusto che l’Italia prenda le dovute misure di sicurezza. Recentemente il Ministro dell’Interno Angelino Alfano ha dichiarato che ben 48 jihadisti sono transitati in Italia per poi unirsi all’ISIS. Questo é un dato sul quale dovremmo riflettere. Nello stesso tempo non dobbiamo diffondere ulteriore Islamofobia nel nostro paese cosí come si era diffusa subito dopo l’attacco alle Torri gemelle del 2001.


Quella che potrebbe esplodere, è davvero una guerra di religione, o in realtà ci sono altri interessi?

Non é solo una guerra di religione come vorrebbero farci intendere ma si tratta di uno scontro politico. Il presidente Iraniano Hassan ROHANI durante il suo discorso all’Assemblea generale dell’Onu ha dichiarato “L’ISIS uccide l’intera umanitá”. Dunque l’ISIS non é solo una minaccia all’Occidente ma al mondo intero. Non sono una analista politica tantomento una esperta di geopolitica ma solo una antropologa. La mia professione mi porta a ripetere quanto sia fondamentale la conoscenza di realtá che non conosciamo. Bisogna capire prima di tutto la storia dell’ISIS e quale personaggio reale si cela dietro questa organizzazione. Dobbiamo capire i reali obiettivi che hanno in mente questo é basilare prima di poter fare valutazioni. Per ora sappiamo che l’ISIS é in mano ai sunniti. Un islam sunnita dunque che potrebbe in qualche modo preoccupare anche la Repubblica Islamica dell’IRAN a maggioranza sciita. Ultimamente mi sto chiedendo se non sia proprio la scissione interna alla fede islamica tra sciiti e sunniti una delle motivazioni di questa guerra ormai irrefrenabile.