I social network non sono né il bene né il male ma solo strumenti. Lo sa bene il cantautore Emanuele Corvaglia che, attraverso l’hashtag #nessunociprotegge, ha chiesto alla sua fan-base (già nutrita nonostante la giovane età) in cosa non si sentisse tutelata. Spunti di vita reale perfetti per scrivere il testo del suo singolo “Nessuno ci protegge” in uscita in questo giorni. Conosciamo meglio quest’artista che ha saputo destare l’attenzione di Mara Maionchi e Alberto Salerno come Tiziano Ferro qualche anno fa.

Da dove arriva il tuo amore per la musica?
Il mio amore per la musica è nato fin da bambino. Mio nonno mi regalò uno stereo con le cassette a nastro ed io passavo le mie giornate ad ascoltare musica e a registrare. In tutte le mie foto da piccolo, ho in mano la cassetta a nastro… è stato il mio oggetto transizionale.

La scelta di presentarti nome e cognome al pubblico è ragionata? Vuoi comunicare verità anche in questo modo?
Non mi sono mai posto il problema del nome, a meno che uno non ce l’abbia proprio brutto! Per fortuna un artista si ascolta per la musica senza badare a come si chiama.

In “Nessuno ci protegge” c’è molta disillusione. La tua è una generazione ferita?
La mia è una generazione che si è persa, con un futuro avvolto nella nebbia, una generazione che ha paura di andare contro il sistema e chi ci prova viene spesso messo da parte o viene preso per “moralista”. Personalmente sono sempre stato uno che va contro tutti se qualcosa non mi va a genio. 

Cosa intendi con “Siamo gli unici controcorrente”? A chi ti riferisci?Mi riferisco a tutte quelle persone che giorno per giorno affrontano la vita cercando di cambiare qualcosa, senza seguire per forza la massa o un ordine per essere accettati. A chi ha il coraggio di battersi per ciò che ritiene giusto anche se vuol dire battersi da solo.

Suoni la chitarra, il piano, l’armonica a bocca e l’ukulele. Perché hai scelto proprio questi strumenti?
Il mio amore più grande fra questi strumenti è la chitarra acustica. Ho scelto questi strumenti perché sono quelli che mi rappresentano di più ma vorrei imparare a suonare anche il sax.

Come hai incontrato i tuoi produttori artistici Umberto Iervolino e Kustrell?
Li ho conosciuti tramite i miei discografici Alberto Salerno e Mara Maionchi.

Nel tuo album in uscita in autunno attingi anche alla letteratura di Stepehn King. Quanto è importante per un cantautore leggere?
Effettivamente in un brano cito il nome di Stephen King. Leggere per un artista è fondamentale anche se la mia lettura preferita sono le canzoni!

Vieni definito un “romantico”. E’ un’etichetta in cui ti ritrovi?
Sì, forse perché scrivo anche canzoni d’amore. Cerco di intercettare sentimenti diversi mettendoli in musica perché i sentimenti danno forza.