Bomber del pallone e soubrette. Protagonisti del calcio e vallette, attrivi, reginette dello spettacolo. Il binomio è da sempre decisamente vincente: dà notorietà sia al giocatore che alla starlette, nella logica del “bene o male, purché se ne parli”. Ne sa qualcosa Sonia Faccio, meglio conosciuta come Lea Di Leo, quella che per diversi giocatori di Serie A può essere decisamente considerata come la donna “sbagliata”: sbagliata in senso metaforico, ovviamente. Perché dal punto di vista fisico pare avere ogni cosa al posto giusto. Solo che le avventure vissute con gli aitanti uomini del nostro mondo pallonaro, tutti o quasi con tanto di famiglia a carico, avvenivano in maniera clandestina e con l’intenzione da ambo le parti di non far trapelare nulla. Cosa che invece, puntualmente, non si è verificata.
Le bugie, si suol dire, hanno le gambe corte. Soprattutto se la donna protagonista della scappatina extraconiugale decide di scrivere dei “diari” in cui racconta le sue mirabolanti avventure: da qui la palla passa agli editori che, ingolositi all’idea di far scoppiare un polverone mediatico inimmaginabile, “strappano” i nomi alla ragazza e ricattano i “protagonisti” di questo libro.
Ma mica mestieranti qualsiasi. Protagonisti veri. Come l’ex bomber Bobo Vieri o Borriello, per non parlare di Galante, Reginaldo, Ambrosini, Simone Inzaghi, Iaquinta, Toni, Bojinov e Coco. In mezzo a loro cantanti come Fabri Fibra, politici come Baldassarri, giornalisti come Amedeo Goria e attori come Matteo Branciamore, ossia il “Marco” dei Cesaroni.
A spiegare tutto, a Ilcalcio24.it, ecco proprio Lea Di Leo: “Io non ho fatto uscire i nomi: questi due editori (Aleci e Richici, ndr) mi hanno estorto i nomi dicendomi che chiedevano il permesso alle varie persone di firmare la liberatoria. Io non ero assolutamente intenzionata a scrivere i nomi.”
Nonostante a parlare debbano essere le aule di tribunale, molta è la confusione: “Sono usciti fuori nomi, e sono state chiamate persone con cui io non sono stata, e altra gente, invece, ha smentito. Solo qualcuno ha confessato, altri no. Non sono stati chiamati tutti: sono solo un paio e basta. La cosa in ogni caso non è finita qui: io ho le prove e le conferme che ci sono stata. Ho degli sms e ci sono delle conversazioni salvate: i fatti sono proprio questi.”
Tra i tanti calciatori finiti sulle pagine del libro della Di Leo, c’è un ex centrocampista del Milan, definito “il più superdotato”, che si è affrettato tra l’altro a smentire categoricamente: “Ma di lui ho tutti i messaggi salvati ancora: non m’invento che è superdotato però qualche suo collega calciatore l’ha superato!”
“Chi lascio in panchina di tutti i calciatori con cui sono stata? Nessuno, perchè non mi sono pentita di quello che ho fatto. Balotelli? No, non lo conosco. Baldassari? No no, preferisco non di parlare di politici.”
In conclusione poi ecco l’attacco: “In questo processo la vera vittima sono io.” Qualcosa ci dice che la storia possa nascondere ben più sorprese di quelle che possiamo immaginare.