Sicuramente, qualche volta, vi sarà capitato di chiedervelo. Che fine fanno i moduli fotovoltaici quando giungono al termine proprio ciclo di vita?Difficile a credersi, ma è così: anche in materia di energie rinnovabili il riciclo dei moduli esausti o non più utilizzabili ha rappresentato una questione di difficile risoluzione.
C’è da dire che dal momento in cui i moduli smettono di essere idonei alla produzione di energia, i pannelli fotovoltaici di ogni tipologia costruttiva hanno la possibilità di essere smembrati e riutilizzati per la produzione di diversi materiali, come alluminio, vetro e cilicio.
Questo necessita una corretta gestione dei materiali indirizzati al riciclo, meccanismi di tracciabilità adeguati ed un preciso percorso che coinvolga produttori, installatori e fruitori finali.
Con l’obiettivo di regolamentare la questione erano già intervenuti i decreti interministeriali del 2011 e del 2012 (Quarto e Quinto Conto Energia) che stabilivano l’obbligo dei produttori di moduli fotovoltaici entrati in funzione dal 1° luglio 2012 al 31 marzo 2013 di aderire a un Sistema/Consorzio in grado di garantire il riciclo.
La sanzione, qualora non avvenisse l’iscrizione, corrisponde, infatti, all’esclusione dell’impianto dagli incentivi previsti. Norme che sono state poi arricchite dal GSE (Gestore Servizi Energetici) che ha ricevuto l’incarico più ambizioso: quello di definire una lista di Sistemi/Consorzi idonei ad assolvere a tale compito.
L’aggiornamento più recente dell’elenco risale al 1° marzo 2013 e annovera 11 soggetti, tra i quali il Cobat (Consorzio Nazionale Raccolta e Riciclo) che di recente ha incontrato i suoi sodali per discutere delle nuove regole, condividere nei dettagli tutti gli aspetti operativi inerenti alla gestione del servizio di raccolta e riciclo e presentare nuovi servizi.
Un atteggiamento propositivo e fortemente innovativo quello dimostrato dal Consorzio, che di fatto getta le basi per la realizzazione tempestiva della prima filiera italiana per la raccolta e il riciclo dei moduli esausti.