Il calcio può essere un grande veicolo di sensibilizzazione, perché arriva a tutti, dal professore universitario al bambino. E’ giusto, quindi, che anche il pallone si presti a una battaglia che tutto il popolo italiano dovrebbe condividere, ma che a quanto pare sembra interessare sempre meno persone.
Un passo importante l’ha fatto La Lazio, che sarà in prima linea per sensibilizzare l’opinione pubblica in favore dei due marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone trattenuti in India da ormai più di due anni e accusati di aver ucciso dei pescatori dopo averli scambiati per pirati. I giocatori del club testimonieranno il loro impegno esibendo l’ormai famoso fiocchetto giallo per i marò liberi.
“È un’iniziativa che facemmo già due anni fa – ha spiegato Lotito – Sono stato il primo in Italia. Inizieremo la prossima settimana di campionato”. Ma cosa significano per il numero uno biancoceleste e per la squadra i due militari?
“Per prima cosa ci deve essere il rispetto per chi rappresentano. In questo momento a livello internazionale abbiamo perso molta forza. Noi abbiamo uno spirito di accoglienza e non mi sembra che questo spirito si trovi anche in altri paesi. I due marò sono stati trattati come dei delinquenti comuni, in realtà non lo sono. L’imputazione nei loro confronti è molto grave. Anche se gli alti presidenti di Serie A non seguiranno la mia iniziativa, io la considero un obbligo civico. Non a caso a livello calcistico il presidente Tavecchio ha posto un problema: chi rappresenta l’Italia deve avvertire un brivido lungo la schiena. E chi rappresenta il nostro Paese deve avere l’orgoglio dell’appartenenza, di rappresentarlo, ma anche la tutela nel momento in cui opera nell’interesse del Paese”.
Giusto l’altro ieri la figlia di Latorre si era lanciata in un pesante sfogo attraverso il proprio profilo Facebook, accusando l’Italia di non fare abbastanza per venire a capo della situazione.