Avevano deciso senza troppi indugi Francesco Rieppi e Francesco De Liva, lasciare l’Italia per potersi affermare. Uno diretto verso Chicago, l’altro verso Mosca, i classici cervelli nostrani costretti alla fuga oltre confine per sperare di farcela o, quanto meno, per avere la possibilità di farcela. I due Francesco, uno laureato in Economia l’altro in ingegneria informatica, dopo un percorso formativo-professionale all’estero, hanno preso una decisone che oggi può essere definita sicuramente contro tendenza: tornare in Italia e affermarsi nel loro Paese d’origine. Riuscire in un’impresa del genere, a soli 27 anni, è raro.
Francesco Rieppi e Francesco De Liva lasciano Udine per andare a studiare a Milano, uno alla Bocconi e l’altro al Politecnico. Nele capoluogo meneghino faranno ritorno alcuni anni dopo, sempre insieme, ma non più da studenti sbarbatelli, bensì da imprenditori e cofondatori di una start up. E pensare che dopo la laurea si erano salutati imboccando due strade diametralmente opposte, almeno a livello puramente geografico: Rieppi a Chicago, De Liva a Mosca.
Oggi hanno fondato una start up, Spotlime, grazie alla quale danno già lavoro ad una decina di dipendenti, crescendo con picchi del 20% in più al mese, grazie alla app scaricabile dal loro sito www.spotlime.it
L’idea
Spotlime non è un semplice aggregatore, è un selezionatore che offre solo un bouquet di opzioni basato sulle preferenze dell’utente stesso. Un nativo digitale a suo agio con tecnologia in mobilità e social e con tutto ciò che è very last minute, compresa l’organizzazione di una serata fuori casa decisa all’ultimo momento.
A questa esigenza viene in soccorso la app realizzata in vitro prima ancora di essere implementata in modo ufficiale per iOs e Android e resa disponibile e “conosciuta” grazie ad un sensibile sforzo di marketing.
I due giovani imprenditori sottolineano però che la loro passione non sarebbe bastata: la startup ha ricevuto un finanziamento di 200 mila euro da Iban (Italian business angel network) e da Guido Garrone, uno dei co-fondatori di Fastweb.