Il Dispiacere Solitario è un romanzo che rappresenta un piacere immaginario che racconta tante storie in una storia, in cui l’opulenza descrittiva e sensorialmente goduriosa – servita in gustose tazze di cioccolata calda – è interrotta, a tratti, da sapienti coltellate a freddo narrative. Mai scontate. Tanto meno assennate.

Noi di Tag24 abbiamo incontrato l’autrice di questo lavoro che tanto successo ha riscosso e sta riscuotendo tra gli intellettuali di tutta Italia.

Ornella Pennacchioni, il suo romanzo, “Il dispiacere solitario”, ne ha fatta di strada….Raccontaci quando iniziò questo viaggio

Amo definire questo romanzo, un’idea con le ruote per costituzione letteraria. Si sta fermi e si viaggia per necessità. In tempi diversi, sono diventati causa e rimedio dentro un libro. Non per compiacenza, né perché dietro l’ognuno scalpita una penna, ho preso in cura me stessa attraverso la parola scritta.

Quanto è difficile per una scrittrice riuscire ad emergere nel feroce mondo dell’editoria italiana?

 

Difficilissimo. Bisogna essere famosi per tette, ricettari, tatuaggi, aver collaudato divani o sofà durante e dopo, nell’intramontabile do ut des. Lampanti montature letterarie, scandalosamente premiate, hanno l’ingovernabile destino di un successo circoscritto al lancio, poi, il meritato silenzio, a cui aggiungo il bilioso, ironico cordoglio di talento in penombra.

Pensi che gli ebook potranno mai sostituire davvero i libri cartacei?

Penso che gli ebook siano un’altra via percorribile e alternativa. Sono comunque fermamente convinta, che sottrarre ai sensi, il tatto e l’odore della carta, sia privativo da un punto di vista quasi erotico. Perché scorrere le pagine, è l’intimità illibata più carnale che esista. Autore e fruitore, per la durata di un romanzo, diventano concubini della più inconfessabile specie.