Proseguono gli incontri di Tag24 con gli artisti più meritevoli del panorama legato allo spettacolo italiano. Questa volta è stato il turno della splendida e bravissima Federica Quaglieri, con cui si è discusso a 360 gradi, dal cinema al teatro, passando per scrittura, televisione e altro ancora.

Federica Quaglieri…Attrice teatrale, televisiva , cinematografica, e scrittrice. Dov’è che pensi di rendere al meglio?


Non credo ci sia un ambito in particolare in cui senta di riuscire meglio. In realtà, si tratta di situazioni differenti in cui da attrice mi muovo. Del resto, l’attore dovrebbe essere di per sé duttile, eclettico, versatile. Lavorare in ambiti differenti, fa parte del pacchetto. Discorso a parte va fatto per la scrittura. Ho sempre amato scrivere, e il primo libro è arrivato in maniera naturale. Quasi per caso. Oltre a scrivere per il Teatro, ho sperimentato cosa significasse dare alle stampe un vero e proprio scritto. Ora, sto lavorando al secondo (che sta avendo una gestazione lunga, in realtà. mi ci dedico nei ritagli di tempo che sono briciole). La passione per la scrittura, ha poi trovato spazio nelle rubriche che tengo per il portale di Mondo Spettacolo, cosa che mi diverte molto e mi da grandi soddisfazioni.

Sei una attrice eclettica, in grado di passare con disinvoltura dal genere comico al drammatico. Ma dentro, sei più sole o più luna?


Dentro sono molte cose ( sorride rispondendo a questa domanda). Spesso dico che le mie personalità , a cui ho dato anche dei nomi essendo completamente pazza, trovano una collocazione nel cambio di registro che questo mestiere mi permette di coprire attraverso i vari personaggi. Comunque, cercando di rispondere in modo serio alla domanda, sono sicuramente una persona molto solare. Il comico è il mio pane quotidiano, e proprio per questo, ricoprire ruoli drammatici è estremamente più semplice. Non è un mio pensiero personale, ma un dato risaputo, che le corde comiche non si possano imparare, mentre quelle drammatiche sono alla portata di tutti.

Ti sei diplomata presso la Scuola di teatro Alessandra Galante Garrone di Bologna, che ha frequentato su consiglio di Valeria Moriconi e di Mariangela Melato. Quant’è importante studiare per fare questo mestiere?
A mio avviso è fondamentale per potersi classificare come “professionista”. Un architetto,  pur avendo il talento per fare il suo lavoro, deve studiare per esercitarlo. Così un attore. La tecnica non è mai un fine, ma un mezzo. In Italia, e anche per colpa della mia stessa categoria, fare il mio lavoro spesso è visto come hobby, come un non lavoro. Non è così. Recitare, a parte il proprio talento che comunque va nutrito, è un lavoro complicato e duro. La tecnica, lo studio, rappresentano le fondamenta del mestiere, da cui non è possibile prescindere. Lo sanno bene in altri Paesi, in cui la formazione comincia in età molto giovane; ed è ferrea.
Cosa pensi di chi si improvvisa attore o attrice dopo qualche comparsata in un talent?

Non rispondere a questa domanda, penso possa essere la risposta più eloquente. Il mio silenzio in merito, non lascia spazio al dubbio su cosa io possa pensare.
Il ruolo che ti è rimasto dentro…?

Sono affezionata in modo diverso a tutti i miei personaggi. Quando studio un ruolo, mi ci immergo completamente. Che sia comico o drammatico, fa lo stesso. Però, a distanza di tempo e di tante cose fatte, ripenso sempre con molta tenerezza al ruolo che fu per me quello dell’esame finale di Accademia: Blanche DuBois, da Un tram che si chiama desiderio di Tennessee Williams. Lo avevo scelto in onore proprio di Mariangela Melato, che l’aveva interpretato in modo magistrale. Un talento comico e drammatico straordinario,da farmi tremare il sangue nelle vene. Il modello a cui tendere. Io vengo da una scuola per talenti comici, scelta grazie a lei . Il minimo era dedicarle la fine di un percorso, che avrebbe segnato l’inizio di una carriera. Un altro ruolo a cui resto affezionatissima, e che spero sempre di riportare in scena, è Biancofiore. Un personaggio diametralmente opposto all’altro. Comico, divertente e irriverente , che ho interpretato in “Romanacci Tua” accanto a Stefano Vigilante e Saverio Raimondo. Quanto ci siamo divertiti, e quante sane risate abbiamo scatenato!
Il rimpianto della tua carriera?

Non ho rimpianti nella mia carriera. Rifarei tutto quello che ho fatto. Anzi, avrei voluto fare molto di più. Ma ho fiducia che farò ancora molte altre cose fantastiche

Progetti futuri…

Televisivamente c’è una cosa importante di cui scaramanticamente non mi sento di parlare. Non ancora, almeno. Teatralmente, ci sono molte cose: ho da poco fondato una compagnia che si chiama “Spettacoli a Domicilio” (con Betta Cianchini, Gabriele Guerra, Claudia Mei Pastorelli e Nicola Paduano) , con cui stiamo portando in giro vari spettacoli con tagli molto diversi . Spettacoli, che nella prossima stagione ci vedranno in scena sia nei Teatri che in luoghi non convenzionali sia della Capitale, che d’Italia. Passiamo dal comico con “ Il pensiero di Lei e di Lui, istruzioni per l’uso” , al drammatico rivisitato in una chiave nuova, che già ha conquistato il pubblico con “In the mood for Shakespeare”. Poi ci sarà come sempre il cabaret vissuto in doppio binario . Da un lato, come componente del gruppo dei CentoCelleComedyParty , di cui faccio parte da anni, e capeggiato da Stefano Vigilante. Dall’altro , accanto a Betta Cianchini con cui ho fondato “ Le Tope Monache”; che seppur neonate, hanno già riscosso grandi successi vincendo un posto sul podio del Festival Di Cabaret di Modena .Uno dei più prestigiosi festival di cabaret Italiani. Ad ultimo, ma non meno importante, il progetto sociale sul femminicidio ( Storie di donne morte ammazzate) a cui partecipo da un anno, e al quale tengo molto.