Lei è una bambina. Vive in un territorio massacrato da una guerra senza confine. Potrebbe sbraitare. Imprecare. Piangere. Disperarsi. Oppure cercare un fucile. Armarsi. Giurare vendetta. Tremenda vendetta
Avrebbe tutti i motivi del mondo per lasciarsi andare agli istinti più reconditi e biechi. Invece no. Lei mantiene la calma. E in modo quasi surreale, lei sta dando una lezione al pianeta intero.
Al termine di un bombardamento che molto probabilmente le ha devastato la casa, questa ragazza, poco più di una bambina in realtà, eternizzata dallo scatto di Nada Jaffal, ha scavato nelle macerie di quella che un tempo era la propria abitazione, alla ricerca dei beni più preziosi. Soldi? No. Gioielli? No. Oro? No. Libri. Libri ragazzi. Libri.
A guardarle, paiono le immagini del film Storia di una ladra di libri di Brian Percival ideato dal romanzo di Markus Zusak La bambina che salvava i libri. Proprio come la protagonista di questa storica pellicola, la piccola palestinese ha trovato dentro al proprio cuore la forza d’animo di non arrendersi alla terribile realtà che sta vivendo Gaza in questo momento e ha compreso, proprio lei che ora è all’inferno, dentro a un conflitto che fa crescere il numero dei morti minuto dopo minuto, che un destino avverso e le ingiustizie non si combattono con le forza e con la violenza, ma mediante mezzi che a lungo andare possono rivelarsi ben più potenti di ogni arma da fuoco: i libri.