Il persistere della crisi economica sulla vita del nostro paese ha prodotto, negli anni, una netta distinzione nel modo di agire delle aziende italiane: alcune investono nella ricerca e nel reclutamento di figure professionali sempre più specializzate, grazie alle quali migliorare le performance produttive, altre abbandonano completamente il loro personale, rinunciando all’aggiornamento e alla formazione continua dei propri dipendenti. I dati parlano chiaro: solo il 18% delle PIM italiane nel corso del 2013 ha attivato corsi di formazione e, stando ai numeri emersi dalla fiera dedicata alla formazione aziendale Expo Training su 1.000 imprese italiane, la maggior parte dei corsi di formazione si tiene nel Nord Italia (60%), mentre Centro e Sud sono fermi entrambi al 20%. Sempre secondo Expo Training, le figure professionali più richieste oggi operano nei campi della gestione d’impresa e del marketing, seguite da esperti di informatica, scienze matematiche, green economy, servizi alla persona e da ingegneri, architetti e dirigenti.

Gli ambiti di formazione che le aziende italiane favoriscono sono in parte legati alle competenze di base che paiono quindi non essere patrimonio comune fra la popolazione attiva sul mercato del lavoro: se ai primi posti si trovano marketing e vendite, management e sicurezza, temi in effetti ad alta specializzazione, la ricerca evidenzia che le aziende dedicano tanta parte della formazione a materie quali le lingue, l’informatica, le competenze interpersonali.

Anche se la formazione contribuisce ad aumentare la competitività produttiva e a creare nuova occupazione, la crisi economica ha ridimensionato gli investimenti in programmi formativi se non quelli sostenuti dal finanziamento pubblico : “Servirebbero agevolazioni fiscali per le aziende private che attivano piani di formazione”, osserva Carlo Barberis, amministratore delegato di Expo Training, “e un meccanismo che consenta alle imprese che fanno formazione di sommare i propri fondi con quelli del finanziamento pubblico. Ma per farlo è necessario sviluppare la cultura della formazione nelle aziende”.