Splende il sole sui Vosgi. La luce domina gli stagni neri. Vincenzo Nibali è tornato dominatore del Tour, con la più esaltante prestazione della sua carriera. Trionfo e maglia gialla. E tra i rivali non c’è più Alberto Contador: caduto, microfrattura alla tibia, le lacrime in ammiragli, addio tour, addio sogni di gloria.
Gli italiani possono sognare. A distanza di sedici anni da Pantani che fece innamorare la Francia nel 1998. Lo squalo Nibali corre come il vento. E’ più forte che mai.
Quando parte a tre chilometri dall’arrivo sembra quasi accendere la moto. Trattiene il fiato e a meno di 2000 metri affianca e sorpassa Purito Rodriguez, che lo precedeva di 56”.
Nibali è il fuoriclasse che non si volta mai. Il gregario e il campione. Lo squalo. Feroce e famelico che non concede nulla agli avversari e che si regala soltanto all’arrivo il gesto del ciuccio per la piccola Emma Vittoria.
Può essere il suo tour. Deve esserlo. Perché nel frattempo, a 78 chilometri dal traguardo, Contador è stato costretto a ritirarsi. Tradito da una buca in discesa a oltre sessanta chilometri all’ora che gli ha rimediato una microfrattura alla tibia.
L’Italia, sogna. Quella del ciclismo, ma non solo. C’è uno squalo tricolore in maglia gialla. Che oggi riposerà come tutti i suoi colleghi. E che poi avrà undici tappe a disposizione per finire di mangiare il tour. E tornare in patria da eroe.