Gli amanti del cantautorato d’autore conoscono Michele Amadori da anni. I suoi dischi, densi di arte e talento, hanno destato non poco interesse tra i premi nazionali e gli addetti più ricercati. L’Italia, però, quella forse più distratta ma di massa, lo scopre e lo ama per le sue composizioni musicali (più volgarmente “colonne sonore”) che stanno sempre più intrecciandosi a film e documentari di successo. Come è avvenuto questo passaggio di carriera e come si vive con questo mestiere? Ce lo racconta direttamente Michele che il 16 del mese riceverà un importante e meritato riconoscimento al Premio Giornalistico ‘Pandora’.
Ti produci da solo i dischi da sempre. Hai precorso i tempi del crowdfunding?
Sicuramente quando l’ho fatto per la prima volta (era il lontano 1994) non sapevo nemmeno dell’esistenza di questa parola ma era un desiderio così forte quello di fare un album con i miei brani che da subito ho pensato che questo sogno non l’avrei messo in mano a nessun altro. L’interesse primario è sempre stato quello di fare musica, il resto l’ho sempre considerato un di più. Certo diventare famoso a chi è che non piace? Ma la musica viene prima, è sempre venuta prima. Un’esigenza!
È vero che alcune tue canzoni, come ad esempio “Giovanni Paolo”, già avevano un arrangiamento da film?
In tanti mi hanno fatto notare questa cosa. A dire il vero, anzi, alcuni mi hanno sempre detto che il mio modo di scrivere non rispetta in pieno i canoni della canzone pop. Anche qui forse mi sono sempre fatto influenzare dalla musica. Ho sempre arricchito i brani, dove possibile, con arrangiamenti orchestrali. Non ho mai scritto un brano pensando in anticipo a chi volessi rivolgermi. Io scrivo quello che in quel momento mi detta il cuore e mi piace. Se poi arriva agli altri ne sono felice.
Ci racconti le emozioni di quando hai esordito come compositore?
Qui ci sono due fasi. La prima possiamo chiamarla “amatoriale” e l’altra professionale. Ho iniziato a fare il compositore quasi subito dopo aver intrapreso la strada del cantautore. Nella mia città d’origine, Soverato, mi capitò l’occasione di sostituire il mio maestro di piano, scrivendo le musiche per il dramma teatrale “Uno sguardo dal ponte” per la “Compagnia del grillo”. Fu un successo e negli anni successivi continuai a comporre musiche per spettacoli teatrali. Dal 2010, invece, ho iniziato a comporre musiche per documentari, andati in onda sulle reti Rai, qualche sigla per programmi tv per reti minori e lo spot commissionato dal Garante dell’Infanzia e dell’adolescenza andato in onda su tutte le reti nazionali. E’ chiaro che ascoltare le tue musiche in tv di dà quel pizzico di soddisfazione in più, ma solo perché sai di rivolgerti a un pubblico più ampio. Ogni musica che compongo è comunque una fotografia che inserisco nell’album delle emozioni.
Hai composto le musiche per un film d’animazione su Padre Puglisi. Che sensazioni dà fare musica sui disegni?
Il film d’animazione penso mi abbia dato una marcia in più nella composizione; un’esperienza positiva sotto tutti i punti di vista. Forse, ad oggi, posso dire che è il lavoro più bello che ho fatto. La responsabilità per l’importanza del personaggio e il dover sottolineare ogni singolo passaggio sono stati uno stimolo per scrivere e pensare la musica in modo diverso. Questo lavoro è andato in onda su Rai 2 ed è stato anche stampato un DVD – edizioni San Paolo.
Abbiamo ascoltato tuoi lavori anche su “Linea Blu”. È divertente spaziare dal cinema alla tv?
E’ divertente scrivere musica in generale, potersi esprimere sotto ogni forma e avere l’opportunità di continuare a farlo vuol dire che i lavori fatti hanno funzionato! Per il teatro, per il cinema, per la tv è sempre una nuova sfida, un mettersi in gioco continuamente.
Quale colonna sonora hai in cantiere?
Sto ultimando le musiche per due documentari Rai, che mi auguro vediate in autunno, che affrontano il tema della Shoa. Poi dovrei continuare le musiche, se il progetto va in porto (perdonate la battuta), per un documentario Rai sulla Marina Militare con l’operazione Mare Nostrum e infine completare le musiche per un altro film d’animazione prodotto da l’Arcadarte e Rai Fiction.