Tutti i giorni una corsa contro il tempo per salvare un cane o farne adottare un altro. E’ complicata  la vita dei volontari animalisti che nei vari rifugi d’Italia cercano di aiutare i nostri amici a quattro zampe più in difficoltà. Ne abbiamo parlato con Laura Clementoni, di ALFA, Associazione Love For Animals

Dove si trova il vostro rifugio? Se qualcuno vuole venire a visitarvi, quando è possibile farlo?

ALFA, Associazione Love For Animals, non ha un rifugio proprio; opera aiutando gli animali abbandonati o randagi grazie o alla disponibilità di una rete di volontari che ospitano questi animali in casa propria fino all’adozione, o mediante le pensioni per cani e gatti privati. Inoltre, l’Associazione opera in diversi canili privati cercando di promuovere le adozioni dei cani ivi ospitati . In questo momento, tra le varie strutture che stiamo seguendo, c’è anche il “Rifugio Parrelli”,che si trova a Roma in via Prenestina 1.085; la struttura è sotto sequestro ed è possibile visitarla tutti i giorni dalle 10:00 alle 14:00. Il giovedì è la giornata dedicata alle adozioni (fino alle 13:00) , per venire in questo giorno è necessario però aver inviato preventivamente un’email al Custode Giudiziario.

Quanto è complicato svolgere questo tipo di attività? Chi vi aiuta dal punto di vista economico?

E’ un’opera che ti riempie il cuore di gioia, perché grazie al nostro comportamento riusciamo a salvare centinaia di animali in difficoltà; non possiamo negare che ci siano anche dei momenti di sconforto, in cui vorresti solo mollare tutto. Sono talmente tanti gli animali a cui vorresti prestare soccorso che, nonostante tutto l’impegno, spesso non riesci a salvarli tutti. Quando poi operi nei canili privati convenzionati, le cose si complicano sempre: spesso i cani o i gatti non sono socializzati con l’uomo, anzi, ne hanno paura per cui prima di darglieli in adozione, devi stare mesi interi a lavorare con loro con la speranza che possano recuperare la fiducia nei confronti dell’essere umano. Un altro problema molto grande che si riscontra nei canili privati convenzionati è la figura del gestore che ci vede non come una soluzione positiva per gli animali, ma come persone che gli stanno portando via dei soldi (dobbiamo considerare che lo stesso riceve dal Comune una “quota” per ogni singolo animale); da questo, ti trovi ad affrontare appuntamenti non rispettati, animali spostati da un box all’altro per non permetterti di stilare un censimento attendibile, motivi più o meno validi per non permetterti di stilare una scheda comportamentale attendibile per la sua adozione. Inoltre, in alcune strutture private sono totalmente assenti le cartelle sanitarie, per cui diventa problematico riuscire a promuovere in adozione un cane o un gatto di cui non hai nessuna informazione. Lavorare all’interno del rifugio Parrelli è sicuramente una grande gioia per tutti noi volontari, la voglia di portare in salvo questi animali è indescrivibile, ma non è una cosa semplice. Molti animali hanno paura degli esseri umani, o hanno il terrore di andare a guinzaglio, e per “renderli” adottabili abbiamo chiesto aiuto ai volontari educatori cinofili dell’associazione ALFA, che spesso devono seguire gli animali anche dopo l’adozione per aiutare la famiglia che li ha accolti. Di molti animali non abbiamo una cartella clinica, per cui non sappiamo rispondere alle domande che ci pongono le persone interessate all’adozione. Poi sicuramente essendo stato individuato come giorno delle adozioni il Giovedì mattina, che è orario in cui le persone sono a lavoro, è ancora più difficile. Ma noi andiamo avanti a confidare nella sensibilità delle persone, e speriamo con tutto il cuore che presto tutti gli animali del rifugio Parrelli possano trovare adozione. Per quanto attiene il discorso “economico” all’interno del rifugio Parrelli noi abbiamo il solo compito di promuovere le adozioni, per cui le spese sono a carico del custode giudiziario, ma in generale, purtroppo, dobbiamo ammettere che, per fare vero animalismo ci vogliono tanti soldi e senza le donazioni sarebbe impossibile per noi provvedere alle cure sanitarie, ai trasferimenti, agli interventi chirurgici per salvare gli animali che ospitiamo.
In vista dell’estate, davvero aumentano ancora i casi di abbandono?

Purtroppo, con la bella stagione, nonostante le campagne contro l’abbandono, questo fenomeno aumenta in maniera esponenziale, con ”picchi” devastanti specie nel centro e sud Italia; la prima causa è sicuramente l’inciviltà delle persone, che decidono di prendere un animale senza le corrette valutazioni, trovandosi così ad affrontare dei problemi che spesso trovano soluzione proprio con l’abbandono; bisogna poi considerare la difficoltà, prettamente italiana, di far accettare il proprio animale negli alberghi o nelle spiagge, rendendo di difficile gestione una vacanza con il proprio amico animale. Inoltre, quello che rende il periodo estivo un incubo per gli animalisti, sono le numerose cucciolate che nascono in questo periodo. Purtroppo, nonostante dei miglioramenti, il concetto della sterilizzazione e della castrazione non sono ancora accettati, con le inevitabili conseguenze; infatti, specialmente durante l’estate, dobbiamo soccorrere un numero impressionante di cuccioli, anche appena nati, abbandonati nei luoghi più impensabili. Un’altra caratteristica estiva è la riduzione delle richieste di adozioni da parte dei cittadini: da giugno a settembre, questa si riduce in maniera notevole, proprio quando ce ne sarebbe più bisogno; infatti, oltre ai cuccioli, non dobbiamo dimenticare che nei canili la situazione si complica maggiormente. Il caldo afoso romano mette a dura prova la salute dei cani più anziani e malati che proprio in questo periodo avrebbero maggiormente bisogno di una casa sicura e fresca. Per questo invitiamo tutti a visitare il sito www.openparelli.it e a divulgare gli appelli degli animali ancora reclusi dentro il rifugio. Un gesto d’amore non va in ferie!


Questa opera di volontariato sicuramente ti toglie tanto dal punto di vista delle energie, ma ti dà tanto dal punto di vista emozionale. Raccontaci la storia di qualche “peloso” cui sei rimasta particolarmente affezionata

Una storia che ci ha particolarmente segnato, è quella di Greta, una yorkina trovata a febbraio di questo anno. Dei passanti ci hanno contattato facendoci sapere che sull’Ardeatina c’era un yorkshire agonizzante da giorni. Appena arrivati, abbiamo subito compreso la gravità della situazione, abbiamo portato la cagnolina in clinica, e lì gli stessi veterinari hanno rappresentato le loro perplessità sulle possibilità di una sua sopravvivenza: Greta (questo è il nome che le ha dato il nostro volontario che l’ha soccorsa) aveva un trauma cranico e la frattura di una costola, dovuti probabilmente ad un calcio che qualcuno le aveva dato; a peggiorare il quadro clinico era un tumore mammario, non curato in precedenza, e che aveva raggiunto delle dimensioni allarmanti. Durante il ricovero la “pelosina” è stata soggetta a diverse crisi epilettiche, ad un blocco renale di 10 h e, successivamente, ad un coma di 12 h; al suo risveglio , era totalmente paralizzata e non riusciva ad alimentarsi da sola. Il giorno stesso in cui avevamo deciso, su consiglio dei veterinari, di addormentarla, Greta si è alzata sulle 4 zampine ed ha percorso i primi passi traballanti. Da quel momento ogni giorno è stato una sorpresa; in pochi mesi ha iniziato a camminare autonomamente, è stata sottoposta ad intervento chirurgico per l’asportazione del tumore ed oggi può vivere serena e felice con la sua nuova mamma, Roberta, una persona meravigliosa che ha regalato a Greta una nuova vita. Ecco, basta una storia del genere per ripagare tutto il lavoro che svolgiamo Laura Clementoni ALFA, Associazione Love For Animals