Cosa pensereste se, entrando in una libreria della vostra città, trovaste un titolo che vi aspetta lì sugli scaffali, che qualcuno ha scelto e già pagato per voi? Sta succedendo davvero. E’ la catena del libro sospeso un’iniziativa partita da una piccola libreria di Milano (Il mio libro) grazie al gesto spontaneo di un cliente,  che, ispirandosi al caffè sospeso napoletano (che consiste nel lasciare un caffè già pagato al bar a vantaggio di chi non può permettersi di pagarlo da sé), aveva comprato il libro David Golder di Irene Némirovsky, lasciandolo poi volutamente in cassa per un successivo lettore sconosciuto.

Il successo

L’idea è piaciuta così tanto che, in epoca di social network, è diventata subito un hashtag su Twitter (#librosospeso) oltre ad avere diverse pagine ed eventi su Facebook. Da quel momento l’iniziativa si è diffusa a macchia d’olio in diverse città e librerie italiane, da nord a sud, dalle più piccole alle più grandi (qui l’iniziativa de La Feltrinelli ) con alcune varianti, come ad esempio quella riservata ai giovani lettori messa in piedi da una libreria di Salerno.

#librosospeso si sta rivelando un “virus” totalmente positivo e una boccata d’ossigeno per il mondo dell’editoria grazie all’aumento delle vendite, ma non solo: l’idea piace sicuramente anche ai tanti fortunati lettori che se ne sono tornati a casa con un libro scelto per loro da un gentile sconosciuto.

Anche i “famosi” lo fanno

Se non vi è ancora capitato, immaginate l’emozione, girando tra gli scaffali di una libreria della vostra città, di trovare un libro tutto per voi che qualcuno ha pensato valesse la pena voi leggeste. Dietro ogni scelta chissà che cosa si nasconde, quali sono i motivi che hanno portato una persona ad indicare un titolo piuttosto che un altro per il lettore successivo. Chissà cosa avrà portato ad esempio, Massimo Bray, a scegliere un volume piuttosto che un altro per uno sconosciuto lettore: il 25 aprile scorso l’ex Ministro con un cinguettio ha mostrato di essere entrato a far parte della catena, invitando il beneficiario del suo “sospeso” a fargli sapere se ha gradito o meno.