Lavoratori dipendenti che ricoprono lo stesso ruolo, nella stessa azienda e per tutto l’arco della loro vita professionale: se fate parte di questa categoria il vostro destino è segnato, guadagnerete il 50% in meno di chi cambia spesso attività! A sostenerlo è l’illustre magazine a stelle e strisce Forbes, secondo il quale la crescita media dello stipendio di un dipendente fisso si attesta attorno al 3% l’anno mentre chi si arrischia in un cambiamento può ottenere miglioramenti di reddito del 10-20% fino a punte del 50%.

Il perché dei salari bloccati

 

L’immobilismo dei salari dei lavoratori più fedeli è da imputarsi per larga parte alla crisi economica mondiale degli ultimi 6-7 anni. A spiegare meglio la situazione è Bethany Devine, manager della Silicon Valley: “Si inizia con un salario base e di solito gli aumenti annuali sono in base ad una percentuale su quanto già si percepisce. C’è spesso un limite imposto dall’azienda al manager negli aumenti agli impiegati, mentre cambiando lavoro si può chiedere da subito uno stipendio molto più alto”.

In soldoni per migliorare la propria condizione è necessario mettersi sul mercato, offrendo competenze tali da indurre chi è interessato ad offrire uno stipendio più alto rispetto a quello già percepito: “Le compagnie competono per i talenti – racconta Devine – e sono disposte ad offrire cifre alte per accaparrarsi i soggetti più dotati”.

Il fattore ‘promozione’

Stesso discorso può essere fatto per le promozioni: cambiando spesso impiego è più facile ottenerle, con le compagnie che preferiscono utilizzare le loro quote promozione per convincere qualcuno a cambiare azienda piuttosto che far avanzare un lavoratore già in organico. Forbes sottolinea anche l’aspetto del logorio e dello stress legati ai continui cambi di professione: per l’impiegato moderno, oltre allo stipendio, conta molto la salute fisica e mentale, e il livello qualitativo delle mansioni.