Comunicare a 360 gradi. Il sogno di molti. Lei ci è sicuramente riuscita. Con peronalità, senza essere mai banale o volgare, riuscendo spesso ad emozionare, qualche volta a far sorridere, in altre occasioni a pensare. Noi di Tag24 ci siamo fatti una chiacchierata con Olivia Gobetti, volto per molti anni di Raidue, voce radiofonica di diversi network nazionali, scrittrice di successo.
Olivia Gobetti, radio, televisione e scrittura…Qual è il vero grande amore della tua vita professionale?
Come succede nella vita affettiva, spesso, il grande Amore lo incontri in un’età matura, e ti accorgi che, tutto quello che hai incontrato e sperimentato negli anni precedenti, è stato utile per farti capire con esattezza quello che vuoi davvero. Il primo amore, per me, è stato la radio. Ho capito quanto fosse importante e fantastico avere la possibilità di comunicare con la gente e parlare di ciò che ti sta a cuore, con naturalezza e spontaneità. La tv è stata per me, più che altro, una grande cotta, nel senso che l’attrazione nei suoi confronti, mi regalava una carica adrenalinica non indifferente. Però, il piccolo schermo, si può considerare un’arma a doppio taglio, nel senso che provoca una certa dipendenza e, nei periodi in cui, per i motivi più vari, non lavori di fronte ad una telecamera, ti senti svuotato. E’ facile scambiare la vita, quella vera ed importante, con quella che passi in uno studio televisivo. Ci sono persone che, quando smettono di apparire, cadono letteralmente in depressione e non riescono più a trovare il senso della loro vita. Io, un po’ perché, in fondo, non ho mai smesso di fare “incursioni” in tv (ospitate, fiction, e qualche conduzione su network privati), un po’ perché, per mia natura, amo sperimentare altre situazioni e approfondire, di conseguenza, il discorso su me stessa, non ho avuto alcun tipo di scompenso. Il grande Amore è arrivato, come nella vita reale, molto più in là, in un’età decisamente più matura, ma molto più consapevole. La scrittura creativa, adesso, è al centro dei miei pensieri e delle mie “voglie” professionali. Ho pubblicato un paio di romanzi “Una vita al contrario” e “L’ultima pagina”, oltre a due romanzi come ghost-writer. Il discorso, alla fine, ruota sempre e comunque attorno al desiderio di comunicare con il mondo. Di scrivere quello che provo, quello che credo di avere capito della vita, dei sentimenti e delle persone.
Hai lavorato in Rai per molti anni della tua carriera: cosa pensi delle critiche che questa azienda riceve quotidianamente e del progetto spending-review targato Renzi?
Ho iniziato a lavorare per la Rai facendo radio ai tempi “eroici” di Rai stereodue”. Ho condotto, perfino, un mitico programma “Notturno italiano”, che ascoltavo fin da bambina nella mia cameretta perchè avevo paura del buio e la lucina dell’apparecchio radiofonico e le voci dei conduttori, spazzavano via i fantasmi che, puntualmente, mi venivano a far visita… La Rai, oggi, si trova ad un bivio: o ci sarà una grande svolta, oppure, la sua fine sarà lenta ma costante. Ci sono stati troppi errori, anche se non sono certo la persona più adatta a fare un’analisi dettagliata a riguardo. E’ un’Azienda colosso che, per la sua stazza, si muove lentamente e con grande difficoltà. Sono un po’ scettica circa la scelta di Renzi e la sua Spending-review. Lui è, di certo, apprezzabile per la buona volontà, però si troverà, ben presto, di fronte a muri invalicabili. La politica viene gestita, non certo dalla singola persona, ma deve tener conto di tutta una serie di situazioni che, talvolta, non permettono di realizzare le migliori intenzioni. In questo caso, si rischia di tagliare l’indispensabile e lasciare ciò di cui si potrebbe fare tranquillamente a meno…
A quali progetti stai lavorando ora?
Ora sto scrivendo il mio ultimo romanzo “La donna di vetro” di prossima pubblicazione. E’ una storia parzialmente autobiografica nella quale molte persone potranno riconoscersi. Una storia, a tratti molto dura, ma anche carica di erotismo, sentimenti al limite. Un’approfondimento dell’essere umano nella sua interezza. un libro che amo molto e che mi è costato parecchio scrivere in termini di sofferenza e grande emotività. Una storia che farà sognare, piangere, riflettere, ma che, di sicuro, non passerà inosservata.