Quando si parla di lavoro, cercando di mantenere una parvenza di ottimismo e un flebile filo di speranza, non si può non parlare di start-up. Ma cosa sono in realtà? E possono rappresentare veramente l’inizio della rinascita? In Italia, per conoscere gli elenchi delle nuove imprese innovative, bisogna far riferimento al registro delle Camere di Commercio, che ammettono solo realtà dotate di determinati requisiti, tra cui l’essere state costituite non più di quattro anni fa e il non superare i 5 milioni di euro di fatturato.

Infocamere ne ha censite nel 2014 ben 2.158 ma ce ne sarebbero almeno altrettante che potrebbero essere griffate start-up per la loro breve vita, per l’alto potenziale di crescita e per il riferimento continuo che fanno alle tecnologie di ultima generazione o modelli di business fortemente innovativi. Non ci sono ancora i crismi dell’ufficialità ma sembra che le start-up italiane, dal giorno della loro costituzione, abbiano dato lavoro a circa 20mila persone.

C’è dunque una connessione tra start-up e occupazione? E quanto è stretta? I numeri, in casi come questo, spesso parlano chiaro. Sulle oltre 2000 start-up censite sono 26 quelle che impiegano più di 10 persone. Qualcuno potrebbe storcere il naso e, facendo due calcoli a mente, concludere che le start-up italiane non hanno un grosso potenziale in quanto ad occupazionalità. Una conclusione di questo genere ignora però un dato fondamentale:  ci sono numerose start-up che non riescono a reperire personale qualificato nonostante il tasso di disoccupazione giovanile abbia raggiunto il picco storico del 46%.

Le 10 start-up italiane più “occupanti”

Ma andiamo a vedere le 10 start-up italiane che danno più lavoro sul territorio nazionale. Al primo posto c’è un’azienda del sud, la Blackshape Aircraft, che produce aeromobili ultraleggeri hi tech da turismo. Sono ben 84 le persone che ci lavorano con forme contrattuali diversificate. Sul secondo gradino del podio Doveconviene, con sede a Sestu (Cagliari). Doveconviene è una piattaforma di comparazione di offerte e volantini di negozi che ha complessivamente 43 occupati. Medaglia di bronzo per Applix, un’azienda che progetta e sviluppa applicazioni per dispositivi mobili e che si serve del lavoro di 42 persone. Poi nell’ordine: Si14 con 37 impiegati; Consol con 34; Appfactory, Ennova, Musixmatch e Sema Safety tutti al sesto posto con 24 occupati. Al settimo posto del ranking, sempre a pari merito con 23 lavoratori la sarda Abinsula e la calabrese Personal Factory, all’ottavo posto, con 22 addetti, Altilia, al nono Solair e al decimo Bertel. Tra le 26 nuove imprese con il più alto numero di addetti, lo stereotipo della startup italiana che ha sede al Nord e si occupa di servizi per il web e il mobile esce ridimensionato.