Tag24 continua il suo viaggio tra i licei della capitale per raccogliere le impressioni, le emozioni e le ansie di tutti i maturandi romani alla vigilia dell’esame che ogni persona si porta dentro per il resto della vita. Il nastro di partenza verrà tagliato mercoledì 18 giugno, data fissata per il primo scritto che consiste nello svolgimento di una traccia a scelta tra le quattro tipologie proposte dal Ministero: analisi e commento di un testo letterario, svolgimento di un saggio breve o di un articolo di giornale, svolgimento di un tema storico e svolgimento di un tema ti attualità. In merito alla prova scritta abbiamo chiesto a Chiara, studentessa del liceo Manara, letteralmente terrorizzata sia dal tema storico che dallo svolgimento del saggio breve.
Chiara, mi sembra di capire che per te la prima prova rappresenti forse l’ostacolo più grande.
«Se potessi scegliere di non farla sarei molto più tranquilla. Scrivere non è mai stato il mio forte e le prove che ho sostenuto fin qui, soprattutto il saggio breve e il tema storico, non sono mai andate bene. Non mi resta che sperare nel tema di attualità anche se il panico da foglio bianco mi attanaglia lo stomaco».
Hai messo in conto di provare a copiare o tenterai di farcela con le tue forze?
«Proverò a farcela ma non escludo la soluzione estrema, copiare. Del resto la maturità arriva una volta sola (ride preoccupata ndr), bisogna tentarle tutte».
Subito dopo lo scritto, giovedì 19 giugno, sarà la volta della seconda prova. Ancora scritta ma variabile a seconda dell’indirizzo scolastico. Per il liceo classico la tradizionale traduzione della versione di greco agiterà le notti dei maturandi. Marco, del liceo classico Socrate, a causa della versione di greco non dorme già da diversi giorni.
Marco, sei pronto per l’ostacolo rappresentato dalla traduzione della versione di greco?
«Per noi del classico la seconda prova è un pò lo spartiacque dell’esame di maturità. L’anno scorso la versione ha mietuto vittime, era difficilissima. Posso solo dirvi che se la sbaglio il mio percorso si compromette. Mi sto preparando al meglio ma in questi giorni fatico a trovare la concentrazione, la paura è una brutta bestia».
I tuoi amici sono nelle tue stesse condizioni o ti senti solo nella tua apprensione prematurità?
«In realtà se la stanno tutti facendo sotto, anche il secchione della classe perde certezze ogni giorno che passa. E questo, sarà brutto dirlo, ma mi rincuora. Significa che siamo tutti sulla stessa barca, speriamo di non affondare miseramente».
Dopo una piccola pausa in cui potranno ripassare e riposarsi un po’ i maturandi dovranno confrontarsi con lo scritto più temuto: il quizzone. La terza prova è l’unica a non essere ministeriale e, quindi, materie coinvolte, tipologia di domande e durata dipendono solo ed esclusivamente dal consiglio di classe.
Giada, del liceo Morgagni, ci parla della sua vera e propria fifa da quizzone. Giada, la terza prova è veramente lo scritto peggiore?
«La terza prova è decisa dalla commissione esaminatrice che non può far parola del suo contenuto ai candidati. La stessa commissione decide anche quali materie inserire, le modalità di svolgimento e la durata della prova. Non c’è una certezza, la terza prova sono una serie di incognite che complicano anche la preparazione. Per me è indiscutibilmente la prova peggiore».
Una settimana dopo gli scritti, e dopo la pubblicazione dei quadri con i punteggi delle tre prove, iniziano gli orali. Per determinare chi sarà il primo la commissione tira fuori una lettera da cui iniziare ad interrogare in ordine alfabetico. Il colloquio orale dura circa 40 minuti e vale ben 30 punti dei 100 totali. Ivan, dell’Istituto Tecnico Federico Caffè, confida di arrivare agli orali senza l’obbligo di dover sostenere un colloquio perfetto. Ivan, qual è il tuo gradi di preparazione in vista degli orali?
«Oggi, con un po’ di scaramanzia, ti rispondo che spero di arrivarci agli orali. In realtà penso si tratti dell’ultimo step da compiere, tra l’altro con i risultati degli scritti già acquisiti. Possono servire per mettere la ciliegina sulla torta o per salvare il salvabile. In ogni caso temo molto di più le prove scritte».