Chi?
Francesco, altrimenti conosciuto come Kento. Rapper, ormai dietro il microfono da un bel po’ di anni, recentemente fuori con questo nuovo progetto insieme a una band formata per l’occasione, The Voodoo Brothers. I Voodoo Brothers sono, in rigoroso ordine alfabetico: David Assuntino aka Shiny D ai synth/tastiere, Federico Camici aka Jolkipalki al basso, Davide Lipari alla chitarra e armonica, Alessio Magliocchetti alla chitarra e Cesare Petulicchio alla batteria. Jolkipalki e Shiny D hanno curato anche la produzione artistica dell’album.
Che cosa?
L’album si chiama “Radici” e musicalmente è un omaggio alla musica afroamericana con un’attenzione speciale sul Delta Blues, che va ovviamente ad incontrare le sonorità più recenti dell’hip hop. L’influenza più immediata viene da The Roots (il titolo è chiaramente un omaggio a loro ma anche all’omonimo disco di Guccini), insieme a progetti come A Tribe Called Quest, Jurassic 5, Blackalicious e Blakroc, il disco del 2009 in cui i Black Keys incontrano numerosi rapper, con risultati (secondo me) veramente ottimi. Dal punto di vista dei testi, mette insieme dei momenti intimi e personali con altri collettivi, sociali, militanti. Le ispirazioni liriche vengono dagli storici gruppi militanti come i Public Enemy ma anche dalla slam poetry e dub poetry da Saul Williams a Linton Kwesi Johnson e dalla canzone di protesta degli anni ’60 e ’70 italiani.
Quando?
Il progetto è nato circa tre anni fa, e quindi la gestazione dell’album è stata evidentemente abbastanza lunga. Ma non tutto il male viene per nuocere: in tutto questo tempo il suono ha avuto modo di sedimentarsi e maturare come un buon vino. Radici è uscito un paio di mesi fa, e in queste settimane siamo in giro a presentarlo.
Dove?
Il cd si trova in tutti i negozi e digital store, prodotto da Relief Records Europe e distribuito da Audioglobe. A breve saremo fuori anche con il vinile, di cui stiamo preparando una versione standard ed una deluxe in edizione limitatissima. Per scoprire dove trovarci live, basta cercare Kento su Facebook/Twitter o andare su www.musicarivoluzione.com.
Perché?
“E adesso – dicevano i Monty Python – qualcosa di completamente differente”. Chiaramente non abbiamo la presunzione di cambiare la musica come Gilliam e soci hanno cambiato la commedia e il cinema in generale, però ci piaceva l’idea di fare qualcosa di antitetico rispetto ai canoni dell’hip hop odierno, che corre (a volte fin troppo) verso il moderno, rischiando di dimenticarsi le sue sporche, solide e bellissime radici blues.