Un gesto spontaneo per festeggiare una vittoria attesa da una vita. Benpensanti, fate silenzio.  E mettetevi nei panni di uno sportivo che ogni giorno investe su se stesso. Con fatica. Dedizione. Costanza.Stefano Pirazzi, una giornata come quella di ieri, sognava di viverla da cinque anni. E così, una volta tagliato il traguardo, una volta vinta una tappa al Giro d’Italia, per liberare la gioia per il primo successo da professionista ha fatto il gesto dell’ombrello. Trovando, ovviamente, tutti pronti ad indignarsi.

Ma che ne sapete, voi, di uno che è in lotta con tutti. Che compete istante dopo istante con i decimi di secondo.   Stefano Pirazzi, che ha preceduto di un niente quattro compagni di avventura, dai quali si è liberato con un’azione convincente, iniziata ai 1.200 metri,  ce l’aveva col mondo intero, in particolare con i giornalisti che lo criticano e con gli allenatori (anche i suoi) che non mancano di rimarcare gli errori tattici di cui è stato, sin qui, un generoso dispensatore.

Meglio uno sfogo sincero che le solite parole di circostanza. Meglio l’umanità di un gestaccio, delle fredde ovvietà che giorno dopo giorno stanno contribuendo ad uccidere lo sport.