Monotona. Ragionata. Noiosa. “Non è più quella dei miei tempi Non la riconosco. La vedo come spettatore, non è fatta per i tifosi. Le squadre di vertice spendono da 250 a 350 milioni di euro all’anno. Quelle piccole non riescono a sopravvivere. C’è qualcosa che non funziona”.
Ad esprimere questi giudizi più che negativi, è uno che di Formula 1 se ne intende. Un certo Flavio Briatore. Che prosegue nella sua analisi tanto spietata quanto condivisibile: “Una volta si diceva ai piloti: vai forte e non farti superare da nessuno. Adesso sono come ragionieri, devono solo pensare a risparmiare gomme e benzina. E hanno un volante che ha tanti tasti come una fisarmonica. La gente non capisce più nulla con questi regolamenti. Vanno bene il progresso, la tecnologia, ma questo deve essere uno spettacolo. Creare adrenalina. Altrimenti è finito”.
Ecco. Adrenalina. Che ultimamente pare aver lasciato spazio agli sbadigli. E decisamente non è un buon segno.
Eppure una ricetta per riprendere in mano un circo che potrebbe tornare a regalare emozioni, appare più semplice di quanto si potrebbe immaginare. Bisognerebbe per prima cosa ridurre la lunghezza delle gare, perché ci sono troppi giri e gli ultimi sono sempre noiosi.
Onore alla Mercedes che ha fatto un gran lavoro e domina. Però ci vorrebbero più macchine competitive.
Capitolo gomme. Servirebbero tre set per le qualificazioni e poi scelta libera per la gara. Con le automobili che potrebbero persino tornare ai motori precedenti, magari anche turbo, ma senza troppe complicazioni.
Basta con l’ipocrisia legata ai risparmi economici quando poi la si applica solo su quello che alle squadre non costa, cioè su pneumatici e carburanti.
E poi, spazio ai piloti. All’estro. Al coraggio. Alla classe. Questo deve tornare ad essere uno sport “folle” e “spericolato”, per uomini pronti a sfidare il destino non per ingegneri o ragionieri che basano tutto sul calcolo, l’utilità e la razionalità.
Ridateci la semplicità di un sorpasso. Altrimenti i tifosi saranno continuamente esposti a un rischio molto pericoloso: quello di un colpo di sonno.