L’aria sorniona da eterno Golden Boy ricorda quel diciottenne che nel 1974 a suon di dribbling e assist contribuì a regalare lo Scudetto alla banda di “pazzi” guidata da Tommaso Maestrelli. 

Vincenzo D’Amico, uno che non le manda a dire. Ora come all’epoca. Parlarci di calcio è un piacere, perché in un’era in cui tutti si improvvisano opinionisti, hai la possibilità di scambiare due chiacchiere con chi ha calcato ogni palcoscenico.

Dallo Scudetto del ’74 vinto da Golden Boy, alle salvezze conquistate in Serie B, sempre con l’aquila sul petto, alla guida, come capitano, di una banda di “ragazzini” che senza di lui sarebbe sicuramente retrocessa.

Con lui, nella redazione di Tag24, si è parlato un po’ di tutto. Partendo dai Mondiali, ormai imminenti, e dai dubbi che avvolgono Prandelli, soprattutto per quanto riguarda l’attacco. D’Amico è categorico: “Io giocherei con Rossi-Cassano. Balotelli? Con me non giocherebbe mai”.

Poi sul campionato appena trascorso: “Le sorprese a livello di gioco sono state Verona e Torino. Hanno messo in mostra un calcio piacevole ottenendo anche ottimi risultati. Per quanto riguarda la classifica, invece, un applauso particolare lo merita il Parma. Alla fine tutti sembravano ambire al sesto posto ma solo la squadra di Donadoni è riuscita a conquistarlo”.

Ultima battuta sulle romane: “Rinforzare la squadra di Garcia sarà difficile. Questa Roma è già vicinissima al top. Le mancano, forse, un terzino sinistro. E un altro grande centrocampista, in attesa di Strootman”. La chiusura è sulla Lazio: “Per il club biancoceleste servirebbe che Lotito iniziasse a lavorare per il bene della società. Non di altre cose…”