Il 12 giugno prenderanno il via i Mondiali di Brasile 2014. I campionati del mondo che avrebbero dovuto rappresentare lo spot propagandistico della potenza raggiunta dal Brasile, a oggi stanno facendo discutere per alcune notizie che trapelano dal Paese verdeoro e che superano abbondantemente il limite del vergognoso.
Brasile 2014, dunque, può diventare il mondiale della vergogna. In una terra dove l’analfabetismo e la povertà estrema riguardano ancora una larga fetta della popolazione, si segnalano sprechi colossali (si parla di oltre 15 mld di $, ma non è finita) con costi che aumentano di giorno in giorno per la costruzione di stadi e infrastrutture e con grandissime multinazionali chi si sono guadagnate un posto in prima fila nel business edilizio e che da un lato aumentano ora dopo ora il costo della propria opera, mentre dall’altro risparmiano sulla sicurezza degli operai con i cantieri che sempre più spesso vengono macchiati di sangue.
In questo contesto, a venti giorni dal calcio d’inizio, niente è pronto: stadi, vie d’accesso, infrastrutture; il Brasile è tutto un cantiere. L’esempio più clamoroso è lo stadio Itaquerao (all’inizio doveva costare 150 milioni di dollari, ora è già arrivato a superare quota 400 milioni), che dovrebbe ospitare la partita d’inizio del Mondiale, appunto il 12 giugno, ma che è tutt’altro che completo, con la Fifa che spera possa essere consegnato entro i primi giorni di giugno.
Quello legato alle infrastrutture non è l’unico problema che il Brasile sta affrontando in questi giorni. Ralf Mutshke, responsabile anticorruzione della Fifa, ha lanciato un vero e proprio allarme sulle partite.
Si sa già che le scommesse saranno moltissime e che sarà difficile monitorarne i flussi, soprattutto per quanto concerne quelle spot-fixing, su porzioni di partita e che non influenzano necessariamente il risultato, effettuate per esempio sulla prima rimessa da fondo campo o sul primo calcio d’angolo. E in tutto questo caos, sempre meno spazio, agli occhi del mondo, hanno le proteste cui stanno dando vita molti cittadini brasiliani.
Qualche anno fa l’80% della popolazione carioca era favorevole ad ospitare i mondiali2014, perché si pensava potessero essere una grande occasione di rilancio economico ed occupazionale. Oggi, invece, i favorevoli rappresentano appena il 25%. Segno che l’occasione, qualora ci fosse stata, è andata sprecata. Tra corruzione, appalti milionari che hanno fatto arricchire privati (stranieri) con soldi pubblici e un altro business che si affaccia prepotente alla finestra.
Quello legato alla sicurezza, che nei prossimi mondiali in Brasile dovrebbe (almeno sulla carta) essere curata nei minimi dettagli. Da chi? Dalle forze dell’ordine locali, ma non solo. Rumors parlano di mercenari statunitensi a lavoro da tempo per sventare ogni tipo di rischio terroristico, con costi economici che per la popolazione locale saranno elevatissimi.
Il popolo brasiliano, dunque, prima è stato ingannato. Poi sfruttato. E alla fine, passati i mondiali, corre il rischio di dover pagare debiti altrui per riparare a guadagni che non sono stati suoi. Seguiremo la vicenda. Convinti, purtroppo, che nei prossimi mesi ne vedremo delle “belle”.