Ha scritto la storia. E’ entrata nella leggenda del tennis italiano. Anche se sul più bello è stata costretta a fermarsi. Sara Errani è scoppiata a piangere sul Campo Centrale del Foro Italico di Roma dopo la sconfitta: “Mi dispiace – così l’azzurra si è rivolta al pubblico – siete stati eccezionali tutta la settimana. Ho cercato di fare del mio meglio rimanendo in campo solo per voi, siete fantastici”.

Un epilogo triste, che nulla toglie, però, alla straordinaria impresa sportiva di questa tennista della porta accanto, nata a Bologna il 29 aprile del 1987,  grinta, coraggio e classe.

Una tecnica, la sua, che l’ha portata ad essere tra le prime cinque nel ranking mondiale. Un diritto che lascia il segno, il rovescio a due mani, una rapidità di movimenti che gli consente di padroneggiare come poche il campo, che sa sfruttare in lungo e in largo.

Agli Internazionali BNL, nella splendida cornice del Foro Italico, Sara ha dato spettacolo. Si è qualificata per la finale, cosa che ad una italiana non accadeva da 64 anni, facendo sognare una città intera, anzi una nazione.

Lo ha fatto da regina. Da fuoriclasse. Da campionessa. Schiantando la numero 2 del mondo, la cinese Li Na e annichilendo la numero 8 del pianeta, la Jankovic, addirittura in due set.

Anche davanti all’inarrivabile Williams, Sara ha mostrato tutta la sua classe. Se l’è giocata, era sul 3-4, nel primo set, quando ha dovuto fare i conti con un dolorosissimo problema muscolare.

E’ rimasta in campo davanti alla più forte del globo, per onorare non solo il pubblico che ha gremito il centrale del foro per provare ad accompagnarla verso un trionfo storico, ma soprattutto lo sport, dimostrato a chiunque che anche un secondo posto può profumare d’oro, se lo si ottiene mettendo sul campo tutto quello che si possiede.

Da far guardare ai bambini, in un mondo, soprattutto quello sportivo, sempre più ossessionato dalla cultura del risultato, della vittoria da ottenere ad ogni costo.

Forza Sara, e grazie. Con il tuo talento e la tua voglia, quelle lacrime diventeranno presto sorrisi. Ne siamo sicuri.